Carico fiscale in Italia, solo il 15% dei contribuenti paga i servizi Irpef e dichiara

Il recente report dell’Osservatorio Itinerari Previdenziali ha rivelato un quadro significativo della distribuzione del carico fiscale in Italia, evidenziando che solo il 15% dei contribuenti è responsabile per il 63,4% delle imposte sul reddito (Irpef). Questo report, analizza le dichiarazioni dei redditi relative al 2022 e offre spunti critici sulla sostenibilità del sistema di welfare italiano.

Distribuzione Redditi

In Italia, circa 17 milioni di contribuenti, ovvero oltre il 40% del totale, dichiarano redditi inferiori a 15 mila euro annui e contribuiscono solo per l’1,29% dell’Irpef complessiva. Al contrario, i contribuenti con redditi superiori a 35 mila euro, che ammontano a circa 6,4 milioni (il 15,27% del totale), versano una quota significativa dell’imposta sul reddito. Questa situazione porta a una netta divisione tra i contribuenti, con il 46,81% della popolazione che paga oltre il 93% dell’Irpef, mentre il restante 53,19% versa solo il 6,31% delle imposte.

Spesa Pubblica

Il report sottolinea che la spesa per protezione sociale in Italia ha raggiunto nel 2022 i 559,5 miliardi di euro, rappresentando oltre la metà della spesa pubblica totale. Questa cifra include le spese per pensioni, sanità e assistenza sociale. Negli ultimi dieci anni, la spesa per il welfare è aumentata di circa 127,5 miliardi di euro, con un incremento particolarmente marcato nella spesa assistenziale. La redistribuzione delle risorse fiscali in Italia appare sbilanciata. Il report evidenzia che il 75,80% dei contribuenti dichiara redditi compresi tra zero e 29 mila euro, ma contribuisce solo per il 24,43% dell’Irpef. Questo porta a un trasferimento di risorse significative dai contribuenti più abbienti verso quelli con redditi più bassi.

Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, ha commentato che una grande parte degli italiani paga così poche imposte da risultare completamente a carico della collettività. «È il ritratto di un Paese – afferma – con una forte redistribuzione principalmente a carico dei redditi sopra i 35 mila euro lordi l’anno, che peraltro non beneficiano, se non marginalmente, di bonus, sgravi e agevolazioni». La situazione attuale solleva interrogativi sulla sostenibilità del sistema di welfare italiano. Con una crescente spesa assistenziale che supera l’aumento dei redditi dichiarati (che sono aumentati del 21,44% negli ultimi 15 anni), si evidenzia un potenziale squilibrio nei conti pubblici.

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