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Cambiamenti climatici e inondazioni, in Europa 413mila persone colpite dai disastri

Il Danubio fuori controllo, che rompe gli argini e si prende tutto: strade, case, vite. A Valencia, centinaia di persone travolte da fiumi di fango, sorprese nel cuore della notte da piogge torrenziali che hanno cancellato interi quartieri. Il bilancio è drammatico: 335 vittime, 413.000 persone colpite e 18 miliardi di euro di danni. È…

Il Danubio fuori controllo, che rompe gli argini e si prende tutto: strade, case, vite. A Valencia, centinaia di persone travolte da fiumi di fango, sorprese nel cuore della notte da piogge torrenziali che hanno cancellato interi quartieri. Il bilancio è drammatico: 335 vittime, 413.000 persone colpite e 18 miliardi di euro di danni. È l’Europa del 2024, quella che ha vissuto l’anno più caldo mai registrato, ma anche il più devastante sotto il profilo delle inondazioni degli ultimi dieci anni.

Piogge e tempeste

Secondo il rapporto sullo Stato Europeo del Clima 2024, pubblicato oggi dal “Copernicus Climate Change Service” (C3S) e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Omm), circa un terzo della rete fluviale europea ha subito inondazioni nel corso dell’anno passato. A settembre, la tempesta Boris ha versato in soli cinque giorni l’equivalente di tre mesi di pioggia, inondando otto Paesi tra Europa centrale e orientale. Pochi giorni dopo, nuove ondate di maltempo hanno colpito la Spagna: Valencia è stata la più colpita, con 232 morti in seguito alle alluvioni provocate da piogge violente alimentate da masse d’aria calda e umida in arrivo dal Mediterraneo. L’acqua ha invaso le strade con una furia senza precedenti, trasformando ogni cosa in un torrente di distruzione.

Quello del 2024 è stato uno degli anni più umidi in Europa dal 1950. E l’analisi non lascia dubbi: le alluvioni che abbiamo vissuto sono le più estese dal 2013, ha dichiarato Samantha Burgess del “Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine”. L’acqua ha travolto tutto, da nord a sud: gennaio nel Regno Unito, febbraio nella Spagna settentrionale, marzo e maggio in Francia, giugno in Germania e Svizzera. I fiumi, come il Tamigi e la Loira, hanno toccato i livelli più alti degli ultimi 33 anni.

Il cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è ormai una realtà concreta e devastante. Lo spiegano chiaramente i dati e lo confermano gli scienziati: un’atmosfera più calda trattiene più umidità, quindi scarica piogge più violente e improvvise. Un fenomeno che, unito al riscaldamento degli oceani e allo scioglimento accelerato dei ghiacciai europei, trasforma ogni temporale in una possibile catastrofe. «Con il riscaldamento globale, stiamo assistendo a eventi estremi sempre più frequenti», ha detto ancora Burgess. E secondo l’Ipcc, il panel scientifico dell’Onu sul clima, l’Europa sarà una delle regioni più colpite dalle inondazioni nei prossimi decenni.

Un destino segnato da un’anomalia: il nostro continente si è riscaldato a un ritmo doppio rispetto alla media globale a partire dagli anni ’80. Nel 2024, la temperatura superficiale europea ha toccato livelli mai visti prima. Eppure, nonostante l’evidenza e le tragedie, l’adattamento al nuovo clima avanza con lentezza. Solo la metà delle città europee dispone di piani per affrontare eventi estremi.

Un progresso rispetto al 26% del 2018, ma ancora troppo poco. «Dobbiamo agire più velocemente, andare più lontano e farlo insieme», ha detto Celeste Saulo, segretaria generale dell’Omm. In questo scenario, ogni decimo di grado evitato può significare vite salvate. È un’urgenza sottolineata anche da Andrew Ferrone, coordinatore scientifico dell’UE presso l’Ufficio delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici: «Il rischio climatico è destinato a diventare critico o addirittura catastrofico entro la fine del secolo»

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