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Caduta di Assad in Siria, Khamenei dall’Iran: «Frutto di un piano tra Usa e Israele»

Israele continua ad attaccare l'arsenale militare siriano. Durante la notte gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato raid su diversi siti radar in Siria e hanno distrutto velivoli e apparecchiature all'aeroporto militare di Deir al-Zour. Secondo la Bbc le forze di difesa israeliane affermano di aver distrutto circa l'80% delle forze armate del regime di Assad.  «Non…

Israele continua ad attaccare l’arsenale militare siriano. Durante la notte gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato raid su diversi siti radar in Siria e hanno distrutto velivoli e apparecchiature all’aeroporto militare di Deir al-Zour. Secondo la Bbc le forze di difesa israeliane affermano di aver distrutto circa l’80% delle forze armate del regime di Assad. 

«Non ci dovrebbe essere alcun dubbio che ciò che è accaduto in Siria è il prodotto di un piano congiunto americano e sionista». Così la guida suprema dell’Iran, l‘Ayatollah Khamenei, nel corso di un raduno con migliaia di persone. L’agenzia iraniana Irna sostiene che secondo Khamenei, Teheran, capitale dell’Iran, ha le prove di ciò che «non lascia spazio a dubbi».

La salvezza della Siria

Negli scorsi giorni la caduta del regime Assad per mano dei ribelli guidati da Abu Muhammad al-Jolani. Al premier Muhammad al-Bashir il compito di portare il Paese verso un nuovo corso. A lui è affidata la formazione di un nuovo governo di salvezza siriano che ha promesso già incisivi cambiamenti. Martedì, il nuovo leader ad interim ha annunciato che avrebbe assunto la guida del Paese come primo ministro con il sostegno degli ex ribelli che hanno rovesciato Assad.

«Uno Stato vicino alla Siria – aggiunge Ayatollah Khamenei – ha svolto un ruolo chiaro in questa vicenda, e continua a farlo. Tutti possono vederlo», ma non ha specificato quale.

Dopo la fuga del presidente siriano in Russia, l’esercito israeliano ha lanciato più di 350 attacchi aerei contro obiettivi strategici in Siria ad Homs, Tartus, Latakia, Palmira e i depositi di armi e munizioni alla periferia di Damasco. I raid hanno distrutto anche le fabbriche della difesa ad Aleppo, nell’area di Qudsaya e nella campagna di Salamiyah a est di Hama.

Il presidente israeliano: «Se tornano i legami tra Siria e Iran, risponderemo»

«Se questo regime permetterà all’Iran di ristabilirsi in Siria o permetterà il trasferimento di armi iraniane o di qualsiasi altra arma a Hezbollah, o ci attaccherà, risponderemo con la forza e gli faremo pagare un prezzo elevato». Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un messaggio diretto al nuovo governo che sta prendendo forma.

Israele desidera stabilire relazioni, ma non esiterà ad attaccare in caso di minaccia per lo Stato ebraico. «Quello che è accaduto al regime precedente accadrà anche a questo regime». Poi ha aggiunto che l’Israele non ha intenzione di interferire negli affari interni della Siria, ma farà tutto il necessario per garantire la sicurezza.

Il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov: «Assad è al sicuro»

La Russia sta offrendo rifugio a Bashar al-Assad. In un’intervista esclusiva a Nbc News il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha fatto sapere che l’ex presidente siriano «è al sicuro. Questo dimostra che la Russia agisce come richiesto in una situazione così straordinaria. Non ho idea di cosa gli stia succedendo in questo momento sarebbe sbagliato da parte mia elaborare cosa è successo e come è stato risolto».

In aggiornamento

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