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Bufera su Urso e la moglie dopo la rivelazione di Zingaretti: l’opposizione parla di abuso di potere

Giornata intensa per il governo, tra tensioni e scivoloni. La mattinata si è aperta con la bufera scoppiata dopo la rivelazione che la donna “moglie di un politico nazionale” accusata dall’attore Luca Zingaretti di aver saltato la fila al check-in a Fiumicino con tanto di scorta al seguito, altri non è che Olga Sokhnenko, consorte…
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Giornata intensa per il governo, tra tensioni e scivoloni. La mattinata si è aperta con la bufera scoppiata dopo la rivelazione che la donna “moglie di un politico nazionale” accusata dall’attore Luca Zingaretti di aver saltato la fila al check-in a Fiumicino con tanto di scorta al seguito, altri non è che Olga Sokhnenko, consorte di Urso, titolare del dicastero delle Imprese e del Made in Italy. L’accusa fatta a mezzo social era rimasta vagamente anonima, ma poi il ministro ha deciso di intervenire per tentare di smontare le polemiche. Con scarsi risultati.

La giustificazione

Adolfo Urso ha spiegato che in aeroporto con la moglie e il figlio di 7 anni c’era anche lui. La scorta era la sua. Ma a causa di una mai prima menzionata “lettera minatoria con due proiettili” giunta al Mimit nel 2023, in cui si faceva riferimento alla possibilità di colpire Sokhnenko per le attività istituzionali del marito, è scaturita la decisione della scorta, quindi non sua né della moglie, di far saltare la fila alla signora in partenza per le vacanze dopo una “valutazione delle condizioni di sicurezza”. Giusto o sbagliato che possa sembrare, taglia corto Urso, lo ha deciso la scorta “in totale autonomia”, mentre lui, al telefono con in mano la valigia di lei, assicura: «Non ho notato niente».

La bufera

Le scuse non convincono però l’opposizione che insorge su vari fronti. A partire da Angelo Bonelli che bolla quanto accaduto come “atto di arroganza e maleducazione” da parte di «un esponente di governo che ha l’obbligo di dare l’esempio, non di abusare del proprio ruolo per fini personali». Per il leader di Iv, Matteo Renzi, Urso «ne combina una al giorno e dovrebbe andare a casa per i suoi clamorosi insuccessi industriali, indipendentemente dalla moglie». Tino Magni, senatore di Avs, parla di “toppa peggio del buco”. E precisa che la scorta è per Urso non per la moglie. Se la vuole anche lei «faccia domanda al Prefetto per ottenerne una». E anche lui come Renzi ne chiede le dimissioni “per incapacità”. Per Carlo Calenda, leader di Azione, «far saltare la fila del check in all’aeroporto alla propria famiglia nulla ha a che fare con la sicurezza ma è semplicemente cafonaggine e prepotenza». E sottolinea che dirlo «non è populismo ma doverosa presa d’atto che questi comportamenti finiscono per ricadere sulla reputazione della classe politica nella sua totalità».

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