L’Unione europea se non è al tavolo dei negoziati allora sarà in balia di Vladimir Putin. L’espressione porta la firma di un ex volto dell’Ue, l’olandese Frans Timmermans (ex vicepresidente della Commissione europea, ora leader d’opposizione all’Aja), ma riassume il sentimento di molti a Bruxelles. L’Europa si sente esclusa, quasi tradita dalla telefonata del presidente americano, Donald Trump, con il presidente russo, per intavolare i colloqui di pace. Indipendentemente dalla disputa sulle percentuali del Pil da dedicare alla spesa militare, la questione non è di prendere “un impegno perché ce lo chiede la Nato ma l’impegno per garantire a noi stessi la nostra sicurezza qui in Europa; anche di fronte al relativo disimpegno degli Stati Uniti, che si stanno concentrando sempre più sui loro interessi».
Per questo, «bisognerà avviare una discussione in Italia su questi temi che non vanno strumentalizzati politicamente». Lo ha spiegato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ieri al vertice di Bruxelles, parlando con la stampa a margine della riunione ministeriale Difesa della Nato.
Il vertice
Durante la discussione della ministeriale, Crosetto ha spiegato di non essere rimasto colpito dall’intervento del capo del Pentagono Pete Hegseth, “perché ha ripetuto le cose che Trump ha detto in campagna elettorale, che quindi io mi aspettavo”. «L’impegno del 2% del Pil di ogni paese alleato da impegnare nella spesa militare – ha aggiunto Crosetto – ormai è ampiamente superato».
L’obiettivo da raggiungere, ha spiegato il ministro «è l’impegno sulle capacità che abbiamo promesso alla Nato». «Ciò che dobbiamo invece sapere, avere ben chiaro e imparare a fare – ha sottolineato a questo punto il ministro – è che la sicurezza dell’Europa e di ogni nostra nazione dovremmo assicurarla a noi. Siamo stati abituati per decenni a non investire in difesa perché ci pensavano gli Stati Uniti».