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Bolkstein, è guerra. Il decreto indennizzi non piace ai balneari

Bolkstein, ancora inapplicata. E’ in dirittura d’arrivo il decreto sugli indennizzi ai balneari (nel caso coloro che sono già titolari di aree demaniali perdessero in futuro la concessione demaniale, in applicazione della norma europea). I ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia e finanze stanno già lavorando al testo indennizzi, e qualche anticipazione è già venuta fuori.…
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Bolkstein, ancora inapplicata. E’ in dirittura d’arrivo il decreto sugli indennizzi ai balneari (nel caso coloro che sono già titolari di aree demaniali perdessero in futuro la concessione demaniale, in applicazione della norma europea). I ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia e finanze stanno già lavorando al testo indennizzi, e qualche anticipazione è già venuta fuori. Nei giorni scorsi la Ragioneria di Stato ha bollinato il testo e ora si attende il via libera da parte del Consiglio di Stato, prima di portarlo in

Parlamento

Ebbene da quello che viene fuori i canoni saranno più bassi e gli indennizzi generosi, ma i balneari non sono comunque soddisfatti. Rispetto alla versione che circolava a marzo, il decreto attuativo sulle gare delle concessioni di spiaggia è stato modificato per andare incontro alle richieste delle associazioni di categoria, ma ancora non basta. «Le nostre cooperative balneari non possono accontentarsi di indennizzi simbolici, che non riconoscano il vero valore commerciale dell’impresa», ha detto Legacoop. No comment da parte delle associazioni nazionali, che restano fredde e attendono il testo ufficiale prima di esprimersi.

L’attacco del Sib

Poche, ma chiare le parole del Sib, il sindacato dei balneari, il presidente nazionale, Antonio Capacchione dal lido che gestisce a Margherita di Savoia non ha dubbi: «Vogliamo aspettare il decreto definitivo, prima di esprimerci e il Consiglio di Stato, ma è chiaro che c’è intanto una bufala, come il taglio del canone, i canoni saranno inalterati. Aspettiamo il testo ufficiale – dopo il parere del Consiglio di Stato – per una valutazione compiuta. L’indennizzo poi. Ebbene o è effettivo o sarà fonte di infinito contenzioso».
Insomma ancora non c’è pace e neanche accordo.

Le previsioni

In particolare, il decreto prevede che gli indennizzi siano calcolati considerando le spese sostenute per opere conformi al titolo concessorio e agli strumenti urbanistici vigenti, nonché quelle relative a beni non amovibili o opere di difficile rimozione. Sui canoni invece è previsto un calo del canone di concessione del 4,5%, proseguendo così la riduzione già avviata nel 2022 e nel 2023, dopo i aumenti precedenti. Il governo Meloni ha inoltre confermato l’impegno a riformare il sistema delle concessioni balneari attraverso gare pubbliche da svolgere entro il 30 giugno 2027. Ma la priorità rimane quella di garantire una giusta remunerazione degli investimenti recenti, con particolare attenzione alle spese sostenute negli ultimi cinque anni per migliorare il valore commerciale delle aree in concessione. Tutto questo però non pare piacere ai balneari, per loro è poco. Il testo definitivo del decreto sarà sottoposto alle ultime verifiche prima dell’approvazione definitiva da parte delle Camere.

Non ultimo per importanza c’è il problema delle nuove gare che devono essere avviate dai Comuni, all’indomani del decreto non c’è più alcuna scusa, vanno fatte. Lo dice l’Unione Europea, lo dice la Bolkstein.

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