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Belgrado, rissa in Parlamento: l’opposizione chiede conferma alle dimissioni di Vucevic

Sono almeno tre parlamentari feriti dopo il caos scoppiato oggi al parlamento di Belgrado, in Serbia. Prima una rissa e poi il lancio di fumogeni, uova e bottiglie d’acqua: un incidente che riflette una profonda crisi politica nel Paese balcanico.

Una corruzione dilagante, alla base degli scontri di oggi, causa del crollo di una pensilina in cemento nel nord della Serbia, avvenuto a novembre, che ha provocato la morte di 15 persone. Dopo questo incidente, a gennaio il primo ministro Miloš  Vucevic ha rassegnato le dimissioni: ora il Parlamento deve confermarle affinché queste abbiano effetto.

È per questo motivo che per l’opposizione, fino a che non ci sarà conferma delle dimissioni, qualsiasi sessione in Parlamento sarà illegale.

La sessione illegale per le opposizioni

Questa mattina i legislatori dovevano votare una legge che avrebbe aumentato i finanziamenti per l’istruzione universitaria, ma i partiti di opposizione hanno interrotto il voto sostenendo che la sessione fosse illegale e che prima di qualsiasi attività, il parlamento deve confermare le dimissioni del primo ministro Milos Vucevic e del suo governo.

Il caos in Aula è iniziato circa un’ora dopo l’inizio della sessione, con l’opposizione che ha iniziato a utilizzare dei fischietti sventolando uno striscione con la scritta «La Serbia si è sollevata affinché il regime cadesse!». I filmati dell’Aula hanno mostrato uno scontro prima tra i legislatori e poi il lancio di fumogeni. I media serbi hanno detto che sono state lanciate anche uova e bottiglie d’acqua. I funzionari hanno poi detto che tre persone sono rimaste ferite durante i disordini. La presidente del Parlamento Ana Brnabic ha accusato l’opposizione di essere una «banda terroristica»

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