A 48 ore di distanza dall’offerta di 10 miliardi di euro di Unicredit per le azioni di Banco Bpm e il rifiuto formale da parte del consiglio di amministrazione, ecco arrivare l’intervento diretto ai propri dipendenti dell’amministratore delegato Giuseppe Castagna.
Il fatto che la nota sia diretta a loro e non alla stampa è giustificato dal contenuto della stessa: «Destano forte preoccupazione le sinergie di costo stimate dall’offerente, pari a oltre un terzo della base costi di Banco Bpm che significherebbe tagli al personale di oltre 6.000 colleghe e colleghi – chiarisce il ceo Castagna – senza contare che tale offerta, in conseguenza della normativa sulle offerte di acquisto pubblico, rischia di limitare l’autonomia strategica del management anche con riferimento alle condizioni dell’operazione su Anima Holding».
A inizio mese infatti Bpm aveva fatto un’offerta pubblica di 1,6 miliardi di euro per comprare il restante 78% delle azioni di Anima tramite la cordata Bpm Vita (già sotto il controllo del gruppo il 22%). Per Castagna quindi questa si tratta di una trovata di Unicredit per destabilizzare l’istituto mentre si trovava al centro dei riflettori internazionali con le sue ultime operazioni sul mercato bancario (insieme a quella dell’ingresso nelle quote della Monte Paschi di Siena).
«Ci troviamo in un momento di grande rilevanza per il nostro gruppo – conclude Castagna – un passaggio storico che ci vede protagonisti attivi sul mercato, come dimostrano i recenti accadimenti che riguardano la nostra Banca. Il 2024 è stato per noi un anno straordinario, che ha segnato un importante capitolo della nostra storia».
