La Consulta della Camera boccia parzialmente la mozione voluta dall’opposizione di bloccare l’iter per l’approvazione della legge sull’autonomia differenziata. Clima acceso in Camera, dove il ministro Roberto Calderoli interviene in aula per dare parere contrario alla mozione unitaria delle opposizioni. Il testo viene respinto, con 155 no, 124 sì e due astenuti, mentre i deputati di centrosinistra intonano l’inno di Mameli e sventolano decine di bandiere tricolore.
Nella mozione si chiedeva di interrompere le intese sulle ‘materie non Lep’ (Livelli essenziali per prestazioni) e di sciogliere il Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Clep). Sul primo punto, «il Governo non può che esprimere parere contrario – è la replica secca del ministro per gli affari regionali e l’Autonomia Calderoli – le richieste pervenute dalle Regioni riguardano esclusivamente le materie non-Lep».
Pur in attesa di conoscere la sentenza della Corte costituzionale, non posso non rilevare come quanto emerga dal comunicato abbia un impatto limitato sulle materie non-Lep e sia perfettamente coerente con il negoziato avviato».
«Analogamente non posso che esprimere parere contrario sul secondo impegno relativo alla sospensione dell’attività del Clep – sostiene Calderoli, e anzi – il lavoro che il Clep ha finora svolto ed è chiamato a svolgere fino al 31 dicembre, sulla base della normativa vigente e degli atti istitutivi, non potrà che rivelarsi prezioso».
In aula parte l’attacco delle opposizioni a cominciare dal leader M5S Giuseppe Conte, che accusa il governo di “dilettantismo e pressappochismo” e aggiunge: «Vi chiediamo di fermarvi in questo progetto sciagurato, che la Consulta ha demolito completamente. Sembra che voi stiate facendo finta di nulla, stiate fischiettando anche se tutti i pilastri della legge sono stati demoliti uno dopo l’altro».
E se dal canto suo il ministro Calderoli rassicura sul fatto sull’intenzione di non procedere a nuovi tavoli negoziali sino al deposito della sentenza, le critiche non si placano. Per Marco Sarracino del Pd, il governo «Voleva realizzare una vera e propria secessione, ma oggi della legge resta solo un guscio vuoto e per questo le intese con le Regioni vanno fermate immediatamente».
Sulla stessa linea Filiberto Zaratti di Avs che chiede di “fermare lo scempio”, mentre il capogruppo di Iv, Davide Faraone, stigmatizza una maggioranza «incapace di presentare una mozione perché divisa». «Ammiro la compostezza del ministro Calderoli davanti alla compilation di ceffoni della Corte Costituzionale alla riforma dell’Autonomia – aggiunge Faraone – un aplomb ammirevole. Abbiamo chiesto di interrompere l’iter della riforma che è stata radicalmente bocciata, e invece il ministro si è messo a lavorare di cesello per vedere quale parola modificare. Sembra che il ministro viva su Marte».
A difesa della riforma interviene la maggioranza con Pietro Pittalis di Forza Italia che si dice impaziente di leggere le motivazioni della Consulta perché intravede dal comunicato il riconoscimento della valenza costituzionale dell’Autonomia.
Il dibattito si accende anche in Senato, dove il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, evidenzia: «Avrebbero potuto dichiarare l’incostituzionalità della legge ma non l’hanno fatto, quindi si va avanti».