Il mondo dell’archeologia e del turismo internazionale guarda oggi all’Egitto, dove apre finalmente al pubblico il Grand Egyptian Museum (GEM), a pochi passi dalle iconiche piramidi di Giza. Dopo oltre vent’anni di lavori, il museo si presenta come il più grande al mondo dedicato ai faraoni: 500 mila metri quadrati, il doppio del Louvre e due volte e mezzo il British Museum, destinati a ospitare oltre 100 mila reperti che raccontano la storia dell’Egitto dalla preistoria all’epoca romana.
Il GEM, inaugurato alla presenza di oltre 60 leader mondiali, offre al visitatore un’esperienza immersiva tra dodici gallerie principali, depositi aperti ai ricercatori, laboratori e officine di restauro. Tra le novità, spettacoli multimediali e tecnologie di realtà mista per far rivivere l’antico Egitto alle nuove generazioni.
Il fulcro della collezione è la sezione dedicata a Tutankhamon: per la prima volta, i visitatori possono ammirare l’intero corredo della tomba del faraone bambino, scoperta da Howard Carter nel 1922. Oltre 5.500 pezzi, tra cui il trono d’oro, il sarcofago e la celebre maschera funeraria, sono stati restaurati e sistemati in una galleria di 7 mila metri quadrati. Restauratori egiziani e internazionali hanno riportato all’originale splendore letti funerari, sei carri e la barba staccata della maschera, riparata con precisione dopo un incidente nel 2014.
Tra gli altri pezzi di grande impatto spiccano la colossale statua di Ramsete II, alta 12 metri e trasferita dall’omonima piazza del Cairo al foyer del museo, e la barca solare di Cheope, uno dei più antichi manufatti in legno del mondo, risalente a 4.600 anni fa. Il GEM non è solo un museo: è un viaggio nella storia millenaria dell’Egitto, pensato per stupire il pubblico e rilanciare il settore turistico del Paese.