L’esecutivo ottiene la fiducia sulla manovra di bilancio alla Camera. I sì sono stati 211, 117 i no. Il voto finale sul provvedimento è giunto a tarda ora ieri al termine della discussione e della votazione sugli ordini del giorno. La maggioranza esulta per le misure della legge da 30 miliardi, mentre le opposizioni sono ovviamente sono critiche. Posizioni emerse durante le dichiarazioni di voto prima che partisse la chiama dei deputati.
Il dibattito
Secondo il partito democratico: «Si è deciso di far pagare il conto ai più poveri e ai pensionati, preferendo la farsa in Albania – per il centro migranti – piuttosto che assumere infermieri in più», incalza il dem Ubaldo Pagano. «Votate contro la manovra forse perché siete più abituati a provvedimenti marchettificio che a misure strutturali, come siamo abituati noi perché manteniamo la parola», ribatte Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia. Durante le dichiarazioni di voto erano presenti nell’emiciclo di Montecitorio il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il titolare dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, dopo le polemiche scoppiate giovedì per i banchi vuoti del governo in aula.
Parola al Senato
Adesso il documento finanziario passa al Senato che dovrebbe approvarlo in via definitiva tra il 27 e il 28 dicembre, stabilendo anche una prima volta in assoluto per la storia repubblicana. Infatti, non ci sarà un nuovo passaggio in commissione come da prassi, ma solo la ratifica in aula senza apportare modifiche. In pratica un atto poco più che notarile. Tra le peculiarità di una legge discussa fino all’ultimo momento utile, si annotano la fine del bonus per l’acquisto di caldaie a gas, un miliardo in più per la Tav, lo stop alla proroga di un nuovo semestre per trasferire il Tfr nei fondi pensione, una stretta sulle detrazioni, alcuni tagli ai ministeri e piccole rivalutazioni delle pensioni. Il bonus casa al 50 per cento sarà solo per le prime abitazioni e si chiede un contributo a banche e assicurazioni.
Tuttavia dei 30 miliardi di misure, la metà serviranno a rendere strutturali il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef a tre aliquote. Non sono mancate le divisioni all’interno della maggioranza come quella sullo storno delle multe ai no vax, previsto da un ordine del giorno del Pd a cui si sono uniti almeno sette parlamentari di Forza Italia.
E proprio tra i documenti aggiunti si sono inserite le cosiddette “mance” ovvero piccoli provvedimenti in favore dei territori di appartenenza dei deputati come i 100mila euro per la parrocchia di Santa Maria della Grotticella di Viterbo e altrettanti per il rifacimento del manto stradale di via Frostella a Caiazzo nel casertano, che raccontano di una legge senza slanci e soprattutto dove non si percepisce uno scatto per la crescita del Paese.