Corruzione e riciclaggio sono le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, nelle 17 misure cautelari eseguite martedì dai carabinieri del comando provinciale di Caserta; molte delle quali hanno raggiunto colletti bianchi e politici. Tra questi ultimi Giuseppe Guida, sindaco sospeso di Arienzo (Ce), fino a martedì scorso coordinatore di Forza Italia, e l’ex consigliere regionale campano dell’Udeur ed ex imprenditore del settore rifiuti di Casal di Principe (Ce) “condannato in via definitiva”, si legge nell’ordinanza composta da 133 pagine, per concorso esterno in associazione mafiosa con il clan dei Casalesi.
L’inchiesta
Un’inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli che avrebbe svelato un sistema di corruzione nell’assegnazione degli appalti nel settore ambiente. I reati contestati a vario titolo sono di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, istigazione alla corruzione, turbata libertà degli incanti, riciclaggio e autoriciclaggio.
Un’ordinanza che riporta una esposizione “dettagliata con riguardo alle condotte criminose oggetto del procedimento e alla illustrazione delle fonti di prova”, si legge nelle carte della Procura, che si fondano su intercettazioni ambientali, su buste di danaro scambiate per strada, su affari e strategie organizzate in bar, ristoranti e centri commerciali, dove gli investigatori hanno registrato incontri e attraverso microspie avrebbero documentato i presunti accordi finalizzati a creare il meccanismo di appalti pilotati. Incontri in cui si sarebbe fatto riferimento a sindaci, accordi elettorali, ex dipendenti e a cifre importanti. Una indagine complessa, composta da 60mila atti conservati in voluminosi faldoni, tra cui compare anche il nome del rettore della università Parthenope di Napoli, Antonio Garofalo, sospeso per 12 mesi per una ipotesi di turbativa d’asta. Sarebbe intervenuto per modificare una gara d’appalto per un servizio triennale di pulizie per favorire la Dussmann Service spa.
Gli indagati
E tra gli indagati compaiono i nomi di Mauro Marchese, Eugenia Iemmino e Paolo Onofrio, rispettivamente: institore del centro std, responsabile delle gare e degli appalti e consulente della Dussmann, che sarebbero entrati in contatto con presunti uomini di affari in grado di stabilire contatti con la Parthenope. Per la Procura di Napoli, le condotte di Onofrio “denotano una innegabile professionalità nel compimento delle attività di infiltrazione nelle pubbliche amministrazioni allo scopo di condizionare le procedure di gare che estende i suoi effetti anche in altre regioni italiane”, si legge a pagina 128 dell’ordinanza. E quanto all’attualità del pericolo, gli inquirenti hanno rilevato che Onofrio “pur avendo la Dussmann rinunciato ai suoi servizi” risultava collaborare con una società nel settore delle pulizie. Un consulente che “la Dussmann, multinazionale tedesca di rilevanti dimensioni, ha assunto pure essendo egli gravato da una precedente condanna per bancarotta fraudolenta”. Quanto a Mauro Marchese, “pur avendo la Dussmann revocato la procura institoria, ben potrebbe in assenza di provvedimenti cautelari ricevere un rinnovato incarico”. Rispetto alla Iemmino, “pur essendo stata trasferita presso altro ufficio che si occupa di ‘progettazione e sviluppo gare’ rientra pur sempre nel quadro organico della multinazionale”.
Per Marchese e Iemmino la Procura ha disposto la misura interdittiva del “divieto temporaneo di 12 mesi di ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese”. Per Paolo Onofri sono stati invece disposti gli arresti domiciliari per problemi di salute.
Tra i clienti della Dussmann compaiono la Regione Puglia, per servizi di portierato e manutenzione e di pulizia negli immobili regionali. La Dussmann è stata vincitrice anche di un appalto per la sanificazione e disinfezione di ambienti sanitari per le Asl pugliesi.