Il comunicato è di per sé molto esaustivo: «Il Museo nazionale del Cinema di Torino presenta, fino al 9 marzo 2026, la mostra fotografica «Pazza Idea. Oltre il ’68: icone pop nelle fotografie di Angelo Frontoni», a cura di Carlo Chatrian, con Roberta Basano ed Elena Boux, una vivace narrazione degli anni ’70 e ’80 visti attraverso l’obiettivo del fotografo, Angelo Frontoni».
Lanciato da Gina Lollobrigida
Questa mostra mi ha fatto fare un salto incredibile nel passato, perché io, quando ero ragazzo e iniziavo a lavorare come giornalista praticante alla Rizzoli, avevo conosciuto Angelo Frontoni e ho continuato ad avere con lui rapporti di lavoro (ha collaborato con me a Oggi, poi a La Domenica del Corriere, Gioia, Chi), ma anche di amicizia, fino a poco prima della sua morte, avvenuta il 4 luglio del 2002.
Il suo primo successo fu un servizio fotografico del 1958 per Gina Lollobrigida. «Fu grazie a Gina se sono diventato famoso, sarà per sempre mia amica», mi diceva spesso e mi faceva molto piacere che l’avesse ripetuto così tante volte in un ambiente dove la riconoscenza è sempre «il sentimento della vigilia», come diceva ironico e persino cinico Giulio Andreotti.
Stelle e amiche
Nella mostra di Torino vediamo grandi star internazionali come Jane Fonda e Brigitte Bardot (fotografata anche insieme allo stesso Frontoni), Jean Birkin e Claudia Cardinale. C’è soprattutto molto di Elsa Martinelli, che partita come top model è poi diventata un’attrice internazionale e ha recitato con Frank Sinatra.
Ma ci sono anche quelle dive che anche grazie alle sue foto sono state sex symbol per decenni in anni in cui, dopo i quaranta, neanche più ti chiamavano i registi, perché (era questo il maschilismo di allora nel cinema e forse un po’ anche di oggi) non erano più considerate appetibili. Parlo di Marisa Mell, di Moana Pozzi – morta troppo giovane – ed Edwige Fenech, fino ad arrivare a Ursula Andress.
Ursula è stata una sua grandissima amica: tanto che, quando Angelo è morto, è stata lei a comprare la sua casa di Zagarolo, nel Lazio, dove tuttora vive e dove Ursula si occupa personalmente del suo giardino e del suo orto, anche oggi che ha superato gli ottant’anni e rimane bellissima.
Nella mostra ci sono molte foto anche di Patty Pravo. Frontoni aveva il dono di rimanere amico dei personaggi che fotografava e Patty Pravo l’ha fotografata decine di volte, aiutandola anche in momenti difficili, credo, anche quando rimase senza un centesimo.
Mai sfacciato
Ricordo una volta che ero con Frontoni a Milano, al ristorante «La Briciola» e casualmente Patty Pravo era con delle amiche a un tavolo vicino. Lei si alzò urlando «Amoreeeeeee!». Ed era davvero amore, un sentimento autentico anche se Angelo sapeva essere un grande amico delle donne, ma nulla di più, perché aveva gusti diversi… o meglio, aveva gli stessi gusti delle sue dive.
Anche se le sue foto erano molto carnali non è mai stato sfacciato, sia nella fotografica sia nella vita, anzi. Pur avendo realizzato centinaia di servizi di nudo, sia femminile sia maschile (credo sia stato forse il primo a fotografare gli attori nudi come un tempo si fotografavano le attrici – parlo di nomi famosi come Helmut Berger e Fabio Testi (che allora era fidanzato con Ursula Andress), non ha mai conosciuto la volgarità. È forse per questo che le sue foto sono ancora oggi oggetto di attenzione da parte di musei importanti come il Museo nazionale del Cinema di Torino.
E le dive, le donne in generale, gli sono sempre state riconoscenti per aver preservato la loro dignità, anche quando quelle foto apparivano su riviste patinate, ma destinate a un pubblico maschile come Playboy. Mi ricordo che, allora, lo vedevo spesso alla Rizzoli, dove Paolo Mosca era direttore sia di Novella 2000 sia di Playboy, due giornali su cui ho scritto da subito.
Anche allora, Frontoni era di una generosità assoluta nei confronti dei giovani: arrivò persino a proporre a Mosca, come art director per alcune copertine, l’allora giovanissimo Alberto Tarallo, che avrebbe poi portato sulle copertine di Playboy attrici come Pamela Prati e Dalila Di Lazzaro.
Non fu solo Patty Pravo, tra le dive della musica, a essere ritratta da Frontoni: anche Loredana Bertè e perfino Renato Zero. In mostra ci sono proprio fotografie di Renato Zero insieme a Lucy Morante, con la quale allora era fidanzato. Pare che fossero arrivati a un passo dal matrimonio, poi mai concluso, anche se Lucy è rimasta a lavorare con lui come agente.
Solo un fiore
Frontoni non ha lavorato solo con i giornali italiani come Playboy (parlo della versione italiana, ma anche di quella americana): ricordo che la prima volta che sentii parlare di lui fu perché aveva fotografato nuda Sylva Koscina, non più giovanissima, vestita solo con un fiore, un’orchidea. Potete immaginare dove pensai che fosse posato quel fiore… invece, con stupore, scoprii vedendo la foto che era appoggiato sulla spalla! Scoppiai a ridere quando vidi lo scatto.
Ma Angelo ha lavorato anche per magazine internazionali come Stern, Paris Match, Sunday Times, Photo,che allora era una sorta di Bibbia per gli appassionati di fotografia di tutto il mondo.
Le sue fotografie hanno fatto il giro del mondo: fecero davvero clamore i ritratti di Jane Fonda con il corpetto in plexiglas, creato da Carlo Rambaldi per il film «Barbarella», diretto dall’allora marito di Jane Roger Vadim (e che fece imbestialire il padre di Jane, Henry Fonda, che ne rimase scandalizzato). Era il 1968. Pensate che a quel corsetto rigido poi ispirò Jean-Paul Gaultier, per le sue collezioni, che ne fecero uno stilista di fama mondiale.
L’ultimo incontro
L’ultima volta che ci siamo incontrati, Frontoni e io, mi ricordo che stava benissimo, anche se era un po’ ipocondriaco. Aveva un amico a Bergamo e sarebbe andato a trovarlo quella sera stessa. Mi diceva che gli raccomandava sempre di stare molto attento alla salute, di mangiare bene, di non avere troppi contatti, di non bere, di non fumare. Mi ricordo che allora gli dissi: «Non esagerare! Goditi la vita e rilassati».
Purtroppo sarebbe morto poco dopo, per un infarto fulminante: era a casa, solo, in bagno, mentre si stava radendo. Aveva solo 73 anni.
La prima a chiamare la famiglia fu Sophia Loren: «Mi aveva appena fatto un servizio di ritratti con degli abiti di Giorgio Armani». Anche Sophia era un’amica.
Frontoni è stato un grande amico dei personaggi che ritraeva, ma è stato anche un grande amico del cinema, il grande cinema e non è un caso che il Museo nazionale del Cinema di Torino abbia voluto celebrarlo con questa incredibile mostra.










