Dopo i “preoccupanti” dati del 2024, anno dove si sono verificati 79 casi di aviaria nell’essere umano (mai così tanti dal 2015), l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) stanno monitorando costantemente il virus.
Più in particolare, il controllo è esteso globalmente sul rischio di focolai di influenza zoonotica, tra cui l’influenza “aviaria” causata dal ceppo A H5. Ad assicurare attenzione su questo fronte caldo è stato Steffen Thirstrup, Chief Medical Officer dell’Ema, in occasione del primo briefing dell’anno con la stampa. «Credo che siamo ben preparati contro questa possibile pandemia di influenza aviaria – ha detto Thirstrup – perché abbiamo diversi vaccini già approvati che possono fornire una copertura generale contro l’aviaria, e abbiamo anche vaccini che possono essere adattati in una situazione di emergenza per rispondere al ceppo specifico di una potenziale pandemia».
«Tutti questi vaccini possono essere utilizzati negli adulti e nei bambini. Monitorare – ha concluso – è importante perché il virus sta costantemente mutando e, sebbene la trasmissione umana del virus H5 sia rara, finora sembra che questi casi abbiano avuto un alto tasso di mortalità».