Nella sua ultima domenica trascorsa sui colli romani, Papa Leone XIV ha presieduto una celebrazione nella diocesi di Albano, dedicata ai fedeli e all’intero popolo di Dio. Nell’omelia ha invitato a riscoprire il valore del silenzio e dell’ascolto del Padre, proponendo i giorni estivi come occasione provvidenziale per l’intimità con Dio, la meditazione e l’incontro con gli altri. «Abbiamo bisogno di condividere esperienze, idee, comprensione», ha detto, incoraggiando una cultura della pace fondata sulla solidarietà e sul dialogo tra persone, popoli e religioni.
Il Papa, che oggi potrebbe rientrare in Vaticano ma forse si tratterrà ancora, ha vissuto questo periodo non come semplice riposo, ma come tempo attivo di impegno pastorale. Dopo il recente raid israeliano su una parrocchia a Gaza, ha subito contattato il cardinale Pizzaballa per aggiornamenti su padre Romanelli e i feriti. Subito dopo, una telefonata significativa: il premier Netanyahu ha chiamato il pontefice. I dettagli restano riservati, ma il Papa ha sicuramente ribadito l’urgenza di una tregua e della pace.
Il Papa fuori dalla Chiesa, alla stampa
«Ho letto del conflitto, di tante guerre… Bisogna davvero lavorare per la pace e pregare. Avere fiducia in Dio, ma anche impegnarsi concretamente per il dialogo». Poi ha insistito sulla necessità di proteggere i luoghi sacri di tutte le religioni, e di lavorare insieme anche in questo senso. «È importante avere vero rispetto per le persone, per i luoghi sacri. Dobbiamo cercare di lasciarci alle spalle tanta violenza, tanto odio, tante guerre. Grazie alla pagina della cronaca»
Angelus
«Cari fratelli e sorelle, buona domenica! L’ospitalità di Abramo e di sua moglie Sara, e poi quella delle sorelle Marta e Maria, amiche di Gesù, ci vengono oggi proposte dalla liturgia. Ogni volta che accogliamo l’invito alla Cena del Signore e partecipiamo alla mensa eucaristica, è Dio stesso che passa a servirci. Eppure, il nostro Dio ha saputo, per primo, farsi ospite. Anche oggi bussa alla nostra porta».
«È suggestivo che, nella lingua italiana, la parola ospite indichi sia chi ospita sia chi è ospitato. Così, in questa domenica estiva, possiamo contemplare il gioco dell’accoglienza reciproca: senza di essa, la nostra vita si impoverisce».
«Ci vuole umiltà per essere capaci sia di ospitare sia di lasciarsi ospitare. Occorrono delicatezza, attenzione, apertura. Nel Vangelo, Marta rischia di non entrare fino in fondo nella gioia di questo scambio: è tanto presa da ciò che deve fare per accogliere Gesù, da rischiare di rovinare un momento indimenticabile di incontro. Marta è una persona generosa, ma Dio la chiama a qualcosa di più grande della stessa generosità: la invita a uscire da sé».
«Solo questo fa fiorire la nostra vita: aprirci a qualcosa che ci distoglie da noi stessi e, allo stesso tempo, ci riempie. Quando Marta si lamenta perché la sorella l’ha lasciata sola a servire, Maria sembra aver perso il senso del tempo, conquistata dalla Parola di Gesù. Ma non è meno concreta o meno generosa: ha semplicemente colto l’occasione».
Gesù riprende Marta perché è rimasta esterna a un’intimità che anche a lei avrebbe dato tanta gioia
«Il tempo estivo può aiutarci a rallentare e a diventare più simili a Maria che a Marta. A volte non ci concediamo la “parte migliore”. Dovremmo invece vivere un po’ di riposo con il desiderio di imparare l’arte dell’ospitalità. L’industria delle vacanze vuole venderci ogni genere di esperienza, ma forse quello che davvero cerchiamo è gratuito. Non si può comprare. Ogni vero incontro – con Dio, con gli altri, con la natura – richiede solo di farsi ospiti, di fare spazio, e anche di saperlo chiedere.
Abbiamo tanto da ricevere, e non solo da dare
Abramo e Sara, pur essendo anziani, si scoprirono fecondi quando accolsero con tranquillità il Signore stesso, nei tre viandanti. Anche per noi c’è ancora tanta vita da accogliere. Preghiamo Maria Santissima, Madre accogliente, che ha ospitato nel proprio grembo il Signore e, insieme a Giuseppe, gli ha dato una casa. In lei brilla la nostra vocazione: quella della Chiesa, a rimanere una casa aperta a tutti, per continuare ad accogliere il suo Signore, che chiede permesso per entrare.»
Dopo l’Angelus
«Cari fratelli e sorelle, questa mattina ho celebrato l’Eucaristia nella Cattedrale di Albano. È stato un momento significativo di comunione ecclesiale e di incontro con la comunità diocesana. Ringrazio Sua Eccellenza, il Vescovo, e tutti coloro che hanno lavorato per organizzare questa bellissima celebrazione. Auguri a tutta la comunità diocesana!»
Appello per la pace in Medio Oriente
«Continuano ad arrivare, anche in questi giorni, notizie drammatiche dal Medio Oriente, in particolare da Gaza. Esprimo il mio profondo dolore per l’attacco dell’esercito israeliano contro la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, in Piazza Zaitun. Come sapete, giovedì scorso quell’attacco ha causato la morte di tre cristiani e il grave ferimento di altri».
Ha pregato per le tre vittime e per altri che sono stati colpiti. «Sono particolarmente vicino ai loro familiari e a tutta la comunità parrocchiale colpita. Questo attacco si aggiunge ai continui bombardamenti contro la popolazione civile e contro i luoghi di culto».
Si fermi subito la barbarie della guerra! Si trovi una soluzione pacifica al conflitto!
Alla comunità internazionale rivolgo l’invito a osservare il diritto umanitario: rispettare l’obbligo di protezione dei civili, il divieto di punizioni collettive, l’uso indiscriminato della forza e lo spostamento forzato della popolazione.
«Ai nostri amati cristiani del Medio Oriente, dico: vi sono vicino nella vostra sensazione di impotenza di fronte a questa tragedia. Siete nel cuore del Papa e di tutta la Chiesa. Grazie per la vostra testimonianza di fede».
«La Vergine Maria, donna del Levante, aurora del Sole nuovo che sorge nella storia, vi protegga sempre e accompagni il mondo verso sentieri di pace. Saluto tutti voi, fedeli di Castel Gandolfo, e tutti i pellegrini qui presenti!»