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Al via il primo progetto Ue sul nucleare, Italia tra i firmatari: «Così si tagliano le bollette»

Decarbonizzare l’industria del nucleare, rafforzarne la competitività e raggiungere gli sperati obiettivi climatici previsti nel Green Deal, passando dai mini reattori modulari a quelli più avanzati alla lavorazione dell’uranio fino alla diversificazione della produzione per fini medici. Sono i temi alla base del primo progetto di interesse comune europeo sulle energie nucleari, partito nei giorni…

Decarbonizzare l’industria del nucleare, rafforzarne la competitività e raggiungere gli sperati obiettivi climatici previsti nel Green Deal, passando dai mini reattori modulari a quelli più avanzati alla lavorazione dell’uranio fino alla diversificazione della produzione per fini medici. Sono i temi alla base del primo progetto di interesse comune europeo sulle energie nucleari, partito nei giorni scorsi a Bruxelles. Un percorso che ha come Paesi apripista la Francia di Emmanuel Macron, la Romania e anche l’Italia, ma che non preclude la sottoscrizione di altri. Il Paese d’Oltralpe ha ancora 56 reattori nucleari attivi sul suo territorio, i quale contribuiscono per il 70% al fabbisogno di energia elettrica nazionale.

La scelta della Commissione

Il ritorno all’utilizzo dell’energia nucleare, già inserito dall’Ue tra le attività sostenibili anche se non tra le rinnovabili, è al centro della nuova linea politica von der Leyen a Bruxelles. Come confermato dalle parole di Teresa Ribera e Stéphane Séjourné, vicepresidenti della Commissione Ue, quello a cui stiamo assistendo oggi è un «momento importante per rafforzare la competitività e raggiungere gli obiettivi climatici del Continente».

La posizione italiana

A porre le basi italiane per il progetto ci hanno pensato i due ministeri coinvolti, quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e quello delle Imprese e del Made in Italy, guidati rispettivamente da Gilberto Pichetto Fratin e da Adolfo Urso, i quali hanno ricordato che «l’Italia è stata scelta nel ruolo di coordinatore del progetto a livello europeo, in particolare per le tecnologie di fusione nucleare». I due hanno poi sottolineato «la vitalità di una filiera industriale nazionale che, insieme alla ricerca e all’accademia, è rimasta attiva e competitiva negli ultimi quarant’anni, nonostante l’assenza di produzione di energia da fonte nucleare sul territorio nazionale».

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