Nel Sud Italia e nelle Isole si legge poco. O almeno lo si fa meno rispetto al Centro-Nord. Solo il 62% dei cittadini meridionali con più di 15 anni si dedica a libri, ebook o audiolibri, rispetto al 77% dei centro-settentrionali.
È quanto emerge da una recente ricerca dell’Associazione italiana editori (Aie) condotta da Pepe Research.
Al Sud, spiega il report, scarseggiano anche le librerie, con una presenza inferiore del 25% rispetto al Centro-Nord. Di conseguenza, le vendite di libri non arrivano al 20% del totale nazionale, un dato che sottolinea le difficoltà del settore.
Anche le biblioteche, pur presenti, non sembrano offrire un’alternativa efficace: il patrimonio librario è spesso inadeguato e le strutture non soddisfano le esigenze dei lettori, portando a un numero di prestiti per abitante che è meno di un decimo rispetto al Centro-Nord.
Non solo si legge meno al Sud, ma lo si fa anche con minore intensità. Quasi la metà dei lettori meridionali (il 47%) dichiara di non aver letto nell’ultima settimana, contro il 35% del Centro-Nord.
Una nota positiva, però, arriva dai giovani: i ragazzi meridionali tra i 15 e i 24 anni mostrano percentuali di lettura superiori alla media del Centro-Nord, offrendo una speranza per il futuro. Ma le disparità territoriali rimangono evidenti, con Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia che presentano le maggiori difficoltà.
La ricerca, presentata durante il convegno “Per una primavera della lettura al sud” alla Fondazione Banco di Napoli, ha preso in esame otto regioni del Sud Italia, che rappresentano il 34% della popolazione italiana. I dati raccolti pongono l’accento sulla necessità di interventi mirati per promuovere la lettura nel Mezzogiorno, superando le barriere che ne ostacolano la diffusione.