È morto a 94 anni Giorgio Forattini, il “re della satira”, autore di vignette che per decenni hanno raccontato con ironia la politica italiana. Nato a Roma il 14 marzo 1931, Forattini fu il primo disegnatore a portare la satira in prima pagina, trasformandola in un appuntamento quotidiano per milioni di lettori.
La sua carriera cominciò tardi: dopo gli studi classici e diverse esperienze lavorative, entrò nel mondo dell’editoria nel 1970 come impaginatore a Paese Sera. Nel 1973 le sue prime vignette politiche apparvero su Panorama e Paese Sera, imponendosi per stile graffiante e umorismo tagliente. Memorabile quella del 14 maggio 1974, con Amintore Fanfani raffigurato come tappo di champagne al referendum sul divorzio.
Nel 1976 partecipò alla fondazione di la Repubblica, dove la sua vignetta in prima pagina divenne un simbolo del quotidiano. Creò anche l’inserto Satyricon, aprendo la strada a nuove firme della satira. Collaborò poi con La Stampa, L’Espresso, Il Giornale e Panorama, firmando oltre diecimila disegni raccolti in 55 volumi, per oltre tre milioni di copie vendute.
Spesso al centro di polemiche e querele – «solo da esponenti della sinistra», osservava lui – Forattini ha saputo raccontare con ferocia e intelligenza i vizi del potere, senza risparmiare nessuno. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premiolino, il Premio Hemingway e l’Ambrogino d’oro del Comune di Milano.
Con la sua matita ha attraversato mezzo secolo di storia italiana, restituendola con un sorriso pungente e inconfondibile.
