Una folla di quasi 70mila fedeli ha assistito stamattina in piazza San Pietro alla canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis.
La cerimonia è stata presieduta da papa Leone XIV, che ha letto la formula di canonizzazione alle 10:24, rendendo i due beati i primi santi proclamati durante il suo pontificato. Le due canonizzazioni erano state annunciate in precedenza da papa Francesco.
Alla cerimonia hanno partecipato anche le massime autorità italiane, tra cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Fin dalle prime ore del mattino, migliaia di persone hanno affollato i varchi di prefiltraggio per accedere all’area riservata, grazie a un imponente dispositivo di sicurezza gestito da oltre 600 agenti delle forze dell’ordine.
Durante l’omelia, papa Leone XIV ha esortato i giovani a «non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro», presentando Acutis e Frassati come modelli di fede. Il Pontefice ha sottolineato la loro devozione comune ai sacramenti, in particolare all’Eucaristia, e alla Vergine Maria, oltre alla loro generosa carità verso il prossimo. Ha ricordato che entrambi, nonostante la malattia che ha stroncato le loro giovani vite, non hanno mai smesso di amare e di offrire le loro sofferenze a Dio.
Arrivato in piazza San Pietro a sorpresa prima della celebrazione, il Papa ha salutato i fedeli, esprimendo la sua gioia per una “festa bellissima” e sottolineando l’importanza di condividere il dono della fede. Ha inoltre salutato le delegazioni ufficiali, i vescovi e le famiglie dei nuovi santi.
Nel corso della messa, papa Leone XIV ha tracciato il profilo dei due giovani. Pier Giorgio Frassati, scomparso a soli 24 anni, ha incontrato la fede attraverso le associazioni cattoliche e l’ha vissuta con gioia, testimoniandola con l’impegno sociale e la carità verso i poveri. La sua vita, ha detto il Papa, è un esempio per la spiritualità laica.
Carlo Acutis, invece, è morto a 15 anni e ha scoperto Gesù in famiglia e nella sua parrocchia. Ha saputo integrare la preghiera, lo sport, lo studio e la carità nella sua vita quotidiana. Carlo, che per la sua passione per l’informatica è considerato il patrono di Internet, è stato beatificato da papa Francesco nel 2020 dopo che la Chiesa ha riconosciuto come miracolosa la guarigione di un bambino brasiliano.