Continua il controesodo dei palestinesi che rientrano nella Striscia. Dal giorno della tregua tra Israele e Hamas sono circa 300mila le persone che hanno attraversato Gaza da sud a nord. «Gli sfollati devono percorrere più di 8 km su strade distrutte, e non ci sono le risorse necessarie per accoglierli». Lo ha detto Al-Arabi, capo dell’ufficio comunicazioni del governo di Gaza, all’emittente qatariota.
Secondo Al-Arabi, il 90% di coloro che ritornano nel nord della Striscia di Gaza non hanno una casa in cui tornare. «Sono arrivate solo 800 tende e c’è bisogno di una risposta globale e rapida alle richieste umanitarie di alloggi per gli sfollati». Lo riporta Ynet. Anche le Nazioni Unite hanno avvertito che «le necessità sul campo restano immense».
Gaza, il sindaco di Rafah: «La città è un cumulo di macerie»
«Un cumulo di macerie». Così Ahmed al-Soufi, sindaco di Rafah, ha descritto la città nel sud della Striscia di Gaza in un’intervista ad Al Jazeera. «Quando l’ho vista per la prima volta da quando me ne sono andato alla vigilia dell’invasione militare israeliana lo scorso maggio, il mio cuore è sprofondato».
«La distruzione – continua – non è giustificata militarmente ma sembra una ritorsione contro Rafah e i suoi residenti». Per Ahmed al-Soufi, gli attacchi israeliani hanno distrutto l’80% delle case, più dell’80% degli edifici comunali e almeno la metà dei pozzi d’acqua. Hanno danneggiato il 70% degli impianti fognari e distrutto 291 chilometri di strada, 81 moschee, quattro scuole, quattro ospedali e nove centri medici. Rasi al suolo anche terreni agricoli e serre.
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