Verso il TedX, “Alia insect farm”: «Sono il cibo del futuro»

La caratteristica del TedX è anche quella di alternare interventi di realtà diverse, raccontando storie che possono cambiare il futuro. Una di queste è quella di Carlotta Totaro Fila, fondatrice di “Alia Insect Farm”, una startup che punta sull’allevamento di insetti edibili in vista di un mondo in cui non ci sarà cibo per tutti.

Carlotta Totaro Fila, come è nata questa idea?

«I “novel food” sono stati per me da sempre motivo di grande interesse perché rappresentano la vera innovazione in campo alimentare. Bisogna pensarli in termini di nuovi ingredienti che possono arricchire il panorama delle opportunità sia del consumatore che della stessa l’industria italiana. Oltre all’aspetto innovativo c’è anche la questione della sostenibilità ambientale. Oggi essere sostenibili in ambito alimentare non è semplice perché il tema è molto vasto. Trovare una materia prima che lo sia davvero è una grande conquista se poi grazie alla scienza riusciamo ad avere “prodotti nuovi” abbiamo anche centrato l’obiettivo. Da qui l’idea di focalizzarsi sugli insetti commestibili».

Quanto è difficile far passare questa idea dal punto di vista culturale?

«Siamo ancora una start up in fase di ricerca e sviluppo. Superare le barriere prima di tutto regolatorie e poi quelle dell’accettazione del consumatore sarà complicatissimo. Siamo ancora all’inizio».

Quali sono le maggiori difficoltà dal punto di vista della produzione?

«Stiamo predisponendo tutto per ottenere l’autorizzazione europea. In particolare sarà necessaria una valutazione sulla sicurezza del nuovo alimento da parte di Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Siamo pionieri sia dal punto di vista burocratico che dal punto di vista dello prodotto».

Può spiegare meglio?

«Avere un’autorizzazione del genere è complicatissimo. Parliamo di un percorso che non si esaurisce in pochi mesi ma richiede anni di investimenti non solo in termini di capitali ma anche di dedizione, ricerca e sviluppo. Va creato tutto un palinsesto che al momento non esiste».

Quando parla di ricerca a cosa si riferisce?

«Ai processi di allevamento, conservazione e lavorazione degli insetti. Alia propone una catena di produzione intera che riguarda tutta la filiera. Poi c’è la questione del gusto, cioè sviluppare alimenti buoni e facili da consumare andando incontro alle nostre tradizioni alimentari. L’idea riguarda la creazione di formati tradizionali come, ad esempio, le barrette o i dolci con l’aggiunta di un ingrediente innovativo quale la polvere di grillo».

Ci sono in Europa progetti di produzione alimentare simili?

«Le uniche due aziende sono in Francia e in Olanda e entrambe hanno subito processi di valutazione da parte di Efsa di quasi quattro anni. I protocolli sono molto rigidi paragonabili a quelli di approvazione dei farmaci».

Quando vedremo in commercio i primi prodotti realizzati con insetti?

«Bisognerà aspettare ancora un po’. Siamo recentemente entrati nel terzo anno di vita e confidiamo di depositare l’application alla commissione europea nei primi mesi del 2023. Poi si dovrà aspettare il responso».

Ci sono già delle ricerche di mercato che chiariscono le opinioni dei consumatori sull’utilizzo degli insetti edibili?

«Con l’Università di Bergamo stiamo portando avanti un progetto triennale di studio di neuromarketing che ci chiarirà le idee sui potenziali acquirenti, quali saranno le richieste e le funzionalità primarie del consumatore. Tutto servirà ad ottimizzare il posizionamento sul mercato».

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