C’è tempo fino al 30 giugno per candidare la propria startup a Digithon 2023, la più grande maratona digitale italiana che torna a Bisceglie dal 31 agosto al 3 settembre prossimi.
L’ottava edizione della maratona digitale promette una full immersion di quattro giorni e un confronto tra idee innovative e imprese.
Le novità sono state presentate stamattina a Bari dall’ideatore della manifestazione, Francesco Boccia, dalla presidente di Digithon, Letizia D’Amato, e dal presidente di Confindustria Bari-Bat, Sergio Fontana, tra i partner.
Gli inventors potranno misurarsi con le più brillanti realtà del panorama digitale italiano, potenziare il loro network di contatti, moltiplicare sinergie e occasioni di collaborazione con le aziende, dialogando direttamente con i principali investitori.
Oltre alla competizione, non mancheranno eventi in piazza aperti al pubblico con la partecipazione di esponenti del governo e dell’opposizione; momenti di formazione, stage, e sessioni di training gratuite.
Da quest’anno, inoltre, in sinergia con EY nasce la EYCup riservata ai laureandi e laureati under 30. Tra tutti i progetti ne saranno ammessi 100 alla valutazione del comitato scientifico che selezionerà i migliori per la finale.
Durante la maratona i proponenti avranno 5 minuti a disposizione per spiegare la loro idea di business e risponderanno alle domande degli analisti e degli investitori per aggiudicarsi il trofeo che assegna anche 10mila euro offerti da Confindustria Bari-Bat. In palio, poi, altri 50mila euro tra borse di studio, promozione, grant economici. I vincitori saranno annunciati la mattina del 3 settembre.
«Oggi, al tempo dell’intelligenza artificiale, abbiamo il dovere di dare ai ragazzi tutte le opportunità possibili per essere protagonisti», ha detto l’ideatore di Digithon, Francesco Boccia, durante la presentazione della manifestazione. «La società digitale ha cambiato, con un’accelerazione senza precedenti, le relazioni umane da un lato e il capitalismo dall’altro, con un’accelerazione mai vista prima nelle precedenti grandi rivoluzioni industriali. Oltre il 50% dei lavori – ha aggiunto – cambia pelle e per quelli che richiedono una laurea si arriva all’80%. Cambia ancora la formazione, dalla scuola a quelle di tutti i giorni nelle imprese, il commercio, la comunicazione, il marketing, la progettazione a qualsiasi livello, tutti i servizi nessuno escluso, a partire da quelli alle persone come i sanitari a quelli finanziari e assicurativi», ha concluso.