I videogiochi potrebbero contribuire alla formazione dei giovani ed essere d’aiuto agli insegnanti per veicolare alcune nozioni, come per esempio quelle legate alla storia.
È uno dei temi di cui si è discusso stamattina a Bari nel corso della prima giornata di Ade, Apulia digital experience, la prima conferenza internazionale made in Italy dedicata all’innovazione digitale delle industrie creative.
L’evento, in corso fino a domenica nell’Apulia film house, è organizzato da Apulia film commission e RaiCom.
A tracciare il futuro del settore, in ambito educativo, è Fabio Belsanti, ceo e founder di AgeOfGames: «Abbiamo già realizzato dei videogame educational nelle scuole con grande successo – spiega – la prospettiva che cambia è l’intenzione d’autore». Perché se l’obiettivo dei videogame di intrattenimento è il solo divertimento «come un buon libro, il videogame studiato per lasciare qualcosa quando il gioco termina cambia la prospettiva psicologica», evidenzia Balsanti.
I videogiochi hanno infatti una grande forza, che è «la potenza del simbolico», prosegue Belsanti, «non è tanto la parte didascalica a essere importante ma quella che rimane attraverso l’esperienza diretta. Con l’interazione entra a far parte del Dna e della memoria».
Ecco perché anche i videogame possono aiutare la formazione dei più giovani, partendo per esempio dalla storia. «Ci sono giochi – dice Antonio Brusa, fondatore di Historia Ludens – che già adesso vengono utilizzati per questi scopi e molte case editrici producono pacchetti derivanti dal game che possono essere usati in classe, per ambientarsi più facilmente in epoche lontane come quella greca o romana».
Naturalmente non tutti i videogiochi si prestano bene per questa missione. Per la quale occorrono particolari accortezze: «È necessaria una nuova produzione di giochi – evidenzia Brusa – affinché siano brevi, intensi e diano subito qualcosa che l’insegnante possa sfruttare come strumento di formazione».
Nel frattempo le nuove tecnologie, come per esempio l’intelligenza artificiale e il metaverso, irrompono anche nel cinema. «Oggi – chiarisce Antonio Parente, direttore di Apulia film commission – una parte importante del settore audiovisivo è costituito dall’animazione, dal metaverso e dal game».
Per Parente «si tratta di un’industria assolutamente sostenibile, ma che ha dei tempi e delle modalità produttive complesse sulle quali, come Paese, abbiamo il dovere di misurarci perché non farlo sarebbe un delitto e ci farebbe rimanere indietro».