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Eolico in Salento, continua la protesta: il Parco di Odra tra dolmen e menhir

Cresce la preoccupazione per l’impatto ambientale che potrebbe generare il parco eolico galleggiante offshore denominato Odra, costituito da 90 aerogeneratori suddivisi in 4 sottocampi, per una potenza complessiva d’impianto pari a 1325 mega watt, che si vuole realizzare nello specchio d’acqua antistante i comuni di Santa Cesarea Terme, Otranto, Castro, Andrano, Tricase, Alessano, Castrignano del…

Cresce la preoccupazione per l’impatto ambientale che potrebbe generare il parco eolico galleggiante offshore denominato Odra, costituito da 90 aerogeneratori suddivisi in 4 sottocampi, per una potenza complessiva d’impianto pari a 1325 mega watt, che si vuole realizzare nello specchio d’acqua antistante i comuni di Santa Cesarea Terme, Otranto, Castro, Andrano, Tricase, Alessano, Castrignano del Capo. Un’opera che, secondo alcuni, potrebbe compromettere la conservazione di habitat naturali preziosi e delicati, con il rischio di danneggiare la ricca biodiversità dell’area, in particolare del fondale marino.

Di recente le amministrazioni coinvolte hanno deliberato in consiglio comunale la volontà di attuazione della già individuata Area Marina Protetta “Otranto-Leuca”. È in fase di rinnovo anche l’ente “Parco Bosco di Tricase”. In provincia di Lecce, più di 70 Consigli comunali su 97 dell’area interessata hanno deliberato contro il parco eolico offshore in questione. Il movimento Italia Nostra sezione Sud Salento ha inviato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e alla soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, le proprie osservazioni, allegando anche dei rendering che documentano lo stato attuale dei luoghi e cosa potrebbe accadere dopo i lavori.

L’installazione di una centrale elettrica di approdo in un territorio noto per la sua bellezza come la “Grotta dei Cervi“, costituirebbe un grave danno all’ambiente e alla cultura locale. Il posizionamento della centrale a terra deturperebbe il paesaggio, intaccando la vista panoramica e l’armonia visiva dell’area. La Stazione elettrica lato mare e il cavo interrato che collega la stazione al cavidotto marino, andrebbe ad attraversare diverse aree di notevole valore archeologico, caratterizzate dalla presenza di dolmen e menhir.

Questi monumenti megalitici dell’età neolitica ed eneolitica, costituiti da grandi pietre, rappresentano testimonianze fondamentali della storia e della cultura del Salento. Nella zona di Porto Badisco, il percorso del cavidotto riguarderebbe l’area tra Uggiano La Chiesa e Minervio di Lecce, e in particolar modo la zona denominata Torre San Giovanni Malcantone, nota per la presenza di importanti siti archeologici.

Il progetto “Odra energia”, nelle sue attuali forme e proposte, secondo Italia Nostra Sud Salento risulta così estremamente dannoso per il Salento, non solo in mare, ma anche a terra. «La buca giunti – fanno sapere – è prevista in un’area carsica in parte con roccia affiorante che nel sottosuolo potrebbe contenere delle cavità sotterranee naturali e in parte con una copertura terrosa che potrebbe contenere dei reperti archeologici. La stazione elettrica di Porto Badisco è prevista in un’area agricola coltivata a seminativi e con alberi isolati di pregio, costituita da terreni terrazzati da muri in pietra a secco tipici del paesaggio rurale salentino. La sua realizzazione potrebbe causare irreparabili danni paesaggistici, ambientali, culturali e archeologici, mettendo a rischio la preziosa eredità storica e naturale della regione».

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