Da progetto di ricerca a solida realtà: a Soleto debutta la mano robotica. E BionIT inaugura la seconda sede

Dove è nata la prima mano bionica al mondo? Forse si resterà sopresi scoprendo che è avvenuto a Soleto, ad opera della BionIT Labs, startup salentina nata cinque anni fa dall’idea di Giovanni Zappatore che inaugura domani mattina la nuova sede alla presenza delle istituzioni in un evento riservato con fornitori, clienti ed utenti.

Dal lavoro di ricerca per la tesi fino a diventare una straordinaria realtà con un unico obiettivo in mente, quello di dare una possibilità a tutte le persone che hanno perso la mano a causa di un evento traumatico o una patologia congenita di riacquistare la propria normalità.

Dopo aver studiato i problemi ed anche i limiti delle protesi presenti sul mercato, Zappatore è riuscito a progettare Adam’s Hand, un dispositivo completamente adattivo, semplice da utilizzare, robusto e con un livello di tecnologia elevatissimo.

Le storie di chi è tornato ad usare le mani senza rinunciare alle proprie abitudini sono molte, come ad esempio quella di Salvatore, appassionato di pesca subacquea, che continua a nuotare anche in profondità impugnando il fucile da pesca, oppure la storia di Paolo che gestisce direttamente la sua azienda agricola, praticando anche numerosi sport tra cui il ping pong.

«Ho iniziato a studiare questo settore durante gli anni dell’Università di Ingegneria Meccanica – racconta Zappatore – perché era molto interessante da un punto di vista scientifico, soprattutto lo studio della mano. Non c’era un dispositivo che poteva adattarsi alle esigenze degli utenti. Adam’s Hand è una protesi di mano poli-articolata basata su una tecnologia che permette alle dita di adattarsi automaticamente a forma e dimensione degli oggetti afferrati: l’utente non ha quindi bisogno di svolgere complicate contrazioni muscolari per selezionare uno schema di presa preimpostato, come avviene nel caso di tutte le protesi bioniche attualmente presenti sul mercato. È sufficiente decidere se aprire o chiudere la mano, mentre il dispositivo esegue automaticamente lo schema di presa più adatto per ogni oggetto afferrato. Ne consegue un’estrema semplicità d’utilizzo ed un ridotto tempo di apprendimento».

Zappatore, ha successivamente alla laurea, coinvolto nel progetto Matteo Aventaggiato, ingegnere biomedico, e Federico Gaetani, ingegnere informatico, per fondare BionIT Labs, grazie al finanziamento del bando regionale PIN – Pugliesi Innovativi. Domani sera ci sarà invece un incontro riservato ad operatori e stampa, dove si potrà vedere Adam’s Hand in azione e ci sarà anche l’intervento del prof. Alessandro Sannino, docente Unisalento e fondatore di Gelesis.

«Lavorare in un campo a tecnologia così elevata – conclude Zappatore – non fa differenza se lo fai al Nord o al Sud Italia, perché è la qualità ad essere premiata».

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