Il confronto sulla riforma della giustizia e sulla separazione delle carriere, che sarà oggetto di un referendum, sta diventando sempre più appassionante. Un po’ meno l’eventualità di renderlo televisivo, cosa che non auspichiamo.
In questo contesto si segnala una decisione della Cassazione sul caso Milano che sta facendo salire le quotazioni della tesi a sostegno della conferma della legge.
La Cassazione ha confermato quanto già deciso dal Riesame sul caso giudiziario relativo ai presunti abusi edilizi scoperti nel capoluogo lombardo. Un caso che rischiò di travolgere anche il sindaco Sala, dopo aver portato agli arresti alcuni imprenditori ed amministratori.
I giudici di terzo grado hanno definitivamente annullato quegli arresti e smontato le tesi della Procura. Non c’era alcun motivo per disporre misure cautelari e interdittive, poggiate su un teorema e non su dati di rilevanza penale.
Persino i soldi che sembrava fossero circolati, secondo la Cassazione, altro non sarebbero stati che regolari pagamenti di prestazioni professionali.
La Procura di Milano ha preso un abbaglio, scrive la Cassazione. Il fatto è che lo stesso abbaglio lo ha preso anche il gip che ha confermato passo passo quelle accuse emanando i provvedimenti restrittivi bocciati da Riesame e Cassazione.
Il che dimostra, secondo i sostenitori del sì, che spesso il gip si piega alle tesi accusatorie e non è un organo terzo, di garanzia. Separando le carriere, questo potrebbe non avvenire più.