Con la manovra finanziaria che il Governo sta preparando ci sarà una riduzione della seconda aliquota fiscale che passerà dal 35 al 33 per cento per i redditi da lavoro fino a 40mila euro.
È indubbiamente una buona notizia che farà felici i lavoratori racchiusi in quella fascia fiscale. Ma provocherà ugualmente dolori. Perchè nel Documento Programmatico di Finanza Pubblica, il Dpfp, allegato alla manovra, è precisato che in generale, la pressione fiscale invece di diminuire, aumenterà.
In parole povere: una buona fetta di italiani pagherà meno tasse, ma nel complesso, l’Italia pagherà più tasse. Una contraddizione? Secondo il ministro Giorgetti non lo è.
Secondo il ministro, la pressione, o l’entrata, fiscale, è in aumento perché aumenta l’occupazione. Più persone lavorano, più tasse si pagano, più aumentano le entrate rispetto al pil. Ma se più persone lavorano, non cresce anche il pil? Su questo, Giorgetti non risponde. E allora, com’è che la pressione fiscale aumenterà?
La verità è che abbiamo un sistema fiscale sbagliato, e andrebbe riformato prima del taglio delle aliquote. Se, come avviene da noi, cresce l’inflazione, una quota crescente del reddito finisce automaticamente in tasse anche in assenza di un aumento del reddito reale. Ecco perché siamo la nazione più tassata d’Europa, ed ecco perché nonostante l’impegno e le promesse della Meloni, la pressione fiscale è passata dal 41,7 di quando vinse le elezioni al 42,8 di oggi.
