Di presepi viventi ne vedremo tanti fino all’Epifania. Ma a Galatone, in Salento, ne è andato in scena uno davvero singolare. Per la verità non doveva essere «vivente», ma lo è diventato.
Si tratta di una Natività in dimensione reale montata nella piazza del paese con statue realizzate con sagome di cartone e terracotta, inaugurata sabato scorso. Insieme alle figure tradizionali, gli organizzatori hanno pensato bene di inserire nella Natività anche la sagoma di un pastore di colore.
Domenica mattina, il sindaco è sceso di nuovo in piazza ad ammirare la realizzazione con la luce del sole, e si è accorto di un dettaglio non proprio irrilevante. Il pastore di colore stava discutendo con le altre statue. Era vero. In carne ed ossa.
Un miracolo o questione di traveggole? Gli si è avvicinato, lo ha toccato, ed ha scoperto che si trattava di una persona in carne e ossa. Altro che statua! Lo ha chiamato, gli ha chiesto chi fosse, ma lui niente, continuava a discutere con san Giuseppe, la Madonna e le pecorelle. Finché non sono intervenuti i vigili, che lo hanno preso di forza e lo hanno portato in caserma.
Lì si è scoperto che la statua è un ghanese di 38 anni inseguito dalla Polizia perché condannato a 9 mesi di carcere a Bologna. Per evitare il carcere si era rifugiato nel presepe di Galatone dove sperava-evidentemente-di passare sul serio come una statua del presepe.
Cos’avesse da litigare con le altre statue non l’ha detto. Nemmeno ai suoi compagni di cella di Borgo san Nicola, a Lecce.










