L’ospedale di San Giovanni Rotondo, voluto e intitolato a san Pio, è uno dei centri di eccellenza ospedaliera di cui la Puglia si vanta. Essendo di proprietà del Vaticano, viene ritenuto, alla stregua di tutti gli ospedali della Chiesa (in Puglia anche Miulli e Panico) ente ecclesiastico, e quindi parificato e trattato dalla Regione e dallo Stato come ospedale privato.
Da alcuni anni l’ospedale di san Pio versa in difficili condizioni economiche. Il Vaticano lo ha anche commissariato dopo averlo imbottito di soldi, e il resto lo ha fatto la Regione con un altro finanziamento. Ma non è bastato.
I problemi principali dell’ente sono due: il costo del personale, che viene pagato come se l’ospedale fosse pubblico, quando invece è privato. Secondo: essendo privato è sottoposto a tetti di spesa che però, essendo un ospedale della Chiesa, è costretto a non rispettare. Quindi eroga assistenza che non viene rimborsata adeguatamente.
Per cercare di rientrare nei costi, deve tagliarli, e così l’Ente ha deciso di cambiare contratto di lavoro. Vuole applicare il contratto della sanità privata. Ma il personale è entrato in sciopero (oggi la prima massiccia astensione dal lavoro). Non si può tornare indietro.
La rivendicazione è di tutto rispetto. Qualcuno deve risolvere l’eterno problema degli enti ecclesiastici. Sono i migliori ospedali che abbiamo, perché dobbiamo rischiare di farli chiudere?