Un italiano su due sta con la coppia dei genitori del bosco. Lo rivela un sondaggio condotto da Eumetra e diffuso nei giorni scorsi in tv.
Alla domanda: «Cosa ne pensa della decisione dei giudici abruzzesi di allontanare dalla famiglia i tre bambini che vivevano in una casa isolata nel bosco?”, la risposta è stata per il 48 per cento che hanno sbagliato, mentre il 36 per cento ha detto che hanno fatto bene.
La vicenda, dopo l’intervento a gamba tesa della giustizia minorile, adesso sembra si stia risolvendo, ma la magistratura ne esce con le ossa rotte. Anche questa, però, è un’ingiustizia.
Che sia umano e doveroso schierarsi coi bambini è un conto, ma che si debba fare di tutte le erbe un fascio, no. Il Tribunale per i minori dell’Aquila non ha fatto altro che applicare le leggi, non può essere messo sotto accusa. Discutere una sentenza non fa mai bene, e lo si è visto anche in questo caso.
L’Aquila ha solo difeso i bambini, così come prevedono le nostre leggi. È vero che ogni famiglia è libera di organizzarsi e di vivere come e dove vuole, ma ci sono diritti imprescindibili e inviolabili che devono essere tutelati. Lo dice la nostra Costituzione. Se faccio una vita in natura, e mi capita di mangiare un fungo velenoso, è un problema mio. Ma se lo faccio mangiare ai miei bambini, sono un pericoloso incosciente.
Per questo lo Stato ha il dovere di intervenire. E in quel bosco è accaduto proprio questo. Perché prendersela coi giudici?









