Che dirti, caro Gigi (Lobuono), più di uno scaramantico buona fortuna? Le cose da dire al candidato governatore pugliese del centrodestra sarebbero tante, ma più che a lui andrebbero dette a chi lo avrà sulla coscienza, cioè i vertici regionali (ma anche nazionali) della coalizione.
Se lo avessero scelto cinque-sei mesi fa, Lobuono se la sarebbe giocata alla grande contro il recordman di preferenze Antonio Decaro. Adesso, a 45 giorni dalle elezioni, ha davanti un’impresa quasi disperata, molto difficile.
Tuttavia è un imprenditore coerente, coraggioso e lungimirante, e se ha accettato di scarificarsi siamo certi che lo ha fatto con le idee chiare e un obiettivo preciso. Che difficilmente potrà essere quello di guidare la Regione fino al 2030, ma sicuramente quello di creare le basi per costruire dopo decenni di opposizione, l’alternativa.
Dovrà dedicarsi a questo nei cinque anni in cui avrà il compito di guidare una coalizione che oggi è molle e sfilacciata, senza idee né classe dirigente. Potrà farcela? Lo capiremo subito, appena entrerà in campagna elettorale, che ci aspettiamo sia propositiva e collaborativa, e non impostata sullo scontro frontale.
La Puglia non ha bisogno di altre guerre, ma di sano confronto ideale ed operativo, di gente che lavori per un progetto di rilancio forte e condiviso, nel rispetto dei ruoli che la politica – e gli elettori – assegnano a chi è chiamato a governare e chi ha il compito, ugualmente importante, di controllare.