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Il fatto di Enzo Magistà

Il fatto di Enzo Magistà, la patrimoniale e la rottamazione

In questi giorni in cui si accende il dibattito sulla legge finanziaria, nel lessico della politica – e non solo -tornano parole che fanno venire brutti pensieri. Sono due: patrimoniale e rottamazione.

La patrimoniale è stata nuovamente tirata in ballo dal leader della Cgil, Landini. La rottamazione dei redditi, dalla Lega. Landini vorrebbe applicare una tassa sui patrimoni da 2 milioni in su. Salvini, invece, vorrebbe stimolare chi non ha pagato le tasse facendogli uno sconto e rateizzando il pagamento.

Si tratta di provvedimenti iniqui. Col primo – la patrimoniale – si penalizzerebbe chi s’è fatto una casa con tanti sacrifici. A Milano, dove anche una casa da 100 metri quadri può valere 2 milioni, la mannaia farebbe danni enormi. Al Sud un po’ meno, ma li creerebbe comunque. Il secondo provvedimento-la rottamazione-sarebbe solo un favore a chi non paga o non vuol pagare le tasse.

Purtroppo la rottamazione sta diventando un’abitudine. Se ne contano, fra primarie e secondarie, una decina negli ultimi 15 anni, e questo spiega perché gli evasori aumentano. Se ho la certezza che poi mi faranno lo sconto, che pago a fare? A giustificare l’una e l’altra sono ragioni sociali e politiche.

Lo Stato ha bisogno di soldi e in qualche modo deve trovarli. Ma allora perché il governo non mette mano ad una radicale ed effettiva riforma fiscale? Basterebbe far pagare tasse giuste. Pagherebbero tutti, e lo Stato non perderebbe 100 miliardi all’anno.

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