Leggendo le loro dichiarazioni dei redditi vien da chiedersi: ma chi glielo fa fare? I politici, parlamentari e uomini di governo, quando vanno al potere, perdono soldi. I loro guadagni si riducono all’osso, e alcuni anche spaventosamente.
Giorgia Meloni, ad esempio, nel 2023 dichiarava 459mila euro di reddito. Nel 2024: 180 mila. Crosetto, ministro della Difesa, è passato da un milione a 108 mila euro. Perde soldi anche la più ricca parlamentare in attività, l’avvocato Giulia Bongiorno, che nel 2017 dichiarava oltre 5 milioni e adesso appena 3.
Per non parlare dei segretari di partito. Conte, ad esempio, è passato dal milione di quando faceva l’avvocato ai 106mila euro di oggi. E che dire di Taiani, che da segretario di Forza Italia (e ministro degli esteri) deve accontentarsi di portare a casa solo 187mila euro? Per quello che rappresenta, e cioè il secondo partito italiano, sarebbe una povera in canna anche Elly Schlein, che al fisco dichiara appena 98mila euro.
Onestamente, ci aspettavamo di più. Da tutti. Vero è che nessuno di essi ha il fitto da pagare e la spesa da fare. Vero è che viaggiano gratis. Ed altrettanto vero è che appena smetteranno di fare politica si ritroveranno con pensioni, vitalizi ed altri bonus non indifferenti.
Ma su tutto c’è un’altra verità. Il potere appaga più dei soldi. Il suo valore è inestimabile, a tal punto, che rende risibile l’afflosciarsi del conto in banca. È un’assicurazione sulla vita di cui noi paghiamo le rate mensili.