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Il fatto di Enzo Magistà

Il fatto di Enzo Magistà, il Garante ha fatto il proprio dovere

A Sigfrido Ranucci non possiamo che esprimere tutta la nostra solidarietà per l’attentato e per le denunce temerarie che riceve. E non possiamo che dirgli bravo per il lavoro che fa con Report.

Ma su una cosa ci dissociamo. Le inutili polemiche sulla decisione del Garante della Privacy che ha multato la Rai per quanto fatto in Report dell’8 dicembre 2024 sul caso Sangiuliano. In quell’occasione, Ranucci trasmise la registrazione di una telefonata fra Sangiuliano e la moglie, nella quale l’ex direttore del Tg2 ammetteva di averla tradita.

Un conto è la libertà di informare, altro l’arbitrio di mettere in piazza cose private. Come si può ritenere di interesse pubblico la telefonata “registrata”, e forse “rubata” (da chi?) fra marito e moglie su un tradimento?

Il Garante ha fatto il proprio dovere. Non c’è dubbio che nel caso specifico sia stata violata la privacy, e a nulla serve sostenere che la telefonata fosse vera e non artefatta. È un colloquio privato, privatissimo, fra marito e moglie. Come può esser dato in pasto a chiunque, peraltro su una rete televisiva di Stato?

A sostegno di Ranucci ieri è intervenuto l’europarlamentare Sandro Ruotolo, anch’egli ex giornalista Rai. Il Garante della privacy è stato armato dal Governo contro Ranucci, ha detto. Forse sarebbe stato più giusto e corretto se si fosse posto il problema di chi – consegnandogli la registrazione – abbia armato Ranucci contro Sangiuliano.

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