Doveva essere il suo avversario nella corsa alla segreteria del partito e invece è diventato il suo alleato più forte. Antonio Decaro è passato con Elly Schlein, traghettato dal suo referente nazionale, Bonaccini.
Domenica scorsa, a Roma, la firma dell’accordo le cui basi erano state messe proprio in Puglia. Fu la sera in cui, sulla strada da Giovinazzo a Bisceglie, Elly ed Antonio si chiusero in auto e discussero per un’ora, ad alta voce, del futuro suo, della Puglia, di Emiliano e del partito.
Antonio si convinse, ed accettò di lasciare Bruxelles per fare il candidato presidente e salì sul palco con la segretaria. Contemporaneamente partirono le rassicurazioni di ordinanza a Michele Emiliano, al quale Schlein promise un posto in giunta fino alle politiche del 27 in cambio del suo convinto sostegno all’ex sindaco.
Decaro seppe leggere alla perfezione la complessa situazione che aveva contribuito a creare, uscendone vincitore su tre fronti: Schlein, Emiliano e Regione. Adesso, però, ha un problema non semplice da superare: la composizione della giunta.
Schlein gli ha imposto di rispettare la parità di genere: 5 maschi e 5 femmine. Ma i 5 assessori Pd potrebbero essere tutti maschi. Con l’esterno Emiliano si arriva a sei. Poi c’è la civica Per la Puglia, che ha eletto solo maschi ed ha diritto ad un assessore. E sono sette. Ce la farà Decaro senza spargimenti di sangue?
