Categorie
Il fatto di Enzo Magistà

Il fatto di Enzo Magistà, anche la pena di morte dopo un irresponsabile massacro

In Israele c’è la pena di morte. Fu istituita il giorno stesso della fondazione del nuovo stato. Ma è stata applicata una sola volta, contro il criminale nazista Adolf Eichmann, che fu impiccato nel 1962. Da allora il boia, seppure spesso invocato, non ha mai più preso servizio.

Questo fa onore allo Stato ebraico, che pur potendolo fare, ha volontariamente deciso di non ricorrere alla deprecata soluzione finale per fare giustizia.

Senza scomodare Cesare Beccaria, la pena di morte, pur vigente ed applicata in territori indiscutibilmente democratici come ad esempio gli Stati Uniti, è un rimedio aberrante, medievale, che non si addice ai nostri tempi. È una forma di oscurantismo che non premia chi la applica. E nemmeno risolve i problemi contro i quali spesso (a vanvera) viene invocata ed evocata.

Ma oggi, purtroppo, il parlamento israeliano si ricorderà di quella legge e discuterà una proposta elaborata dalla Commissione per la sicurezza nazionale che punta a far condannare a morte i terroristi, di qualsiasi estrazione, che abbiano ucciso israeliani.

Non è un caso che nelle carceri israeliane ci siano attualmente 250 palestinesi accusati di aver preso parte ai fatti del 7 ottobre. Se la legge passerà, come chiede l’ultradestra, per quei palestinesi non ci sarà scampo. E invece Netanyahu, facendola bocciare, avrebbe l’occasione, se non di redimersi, almeno di alleggerire le sue gravi responsabilità su Gaza. Un gesto di responsabile clemenza dopo un irresponsabile massacro.

Lascia un commento Annulla risposta

Exit mobile version