Mari & Monty: Bitonto non vuol dire due volte “tonto”

Quand’ero piccolo, con gli amici imperversavano spesso le battute del famoso film di Lino Banfi “L’allenatore del pallone”. E, in particolare, quelle sulla celebre “bi-zona”, l’improbabile schema di gioco del protagonista Oronzo Canà che, nelle intenzioni, equivaleva ad una “zona raddoppiata”.

Parafrasando quella battuta alle città, mi è capitato spesso di sentire, dai miei coetanei dell’epoca, che Bitonto equivaleva a dire “due volte tonto”.

Io ho sempre pensato che tonto, in realtà, fosse proprio colui che quella battuta la pronunciava, seppur ragazzino e con le attenuanti della giovane età perché, in realtà, Bitonto ha così tante bellezze da mostrare e da offrire, che può solo essere d’esempio, anche a coloro che si perdevano, o si perdono, tuttora in facili giochi di parole.

A parere mio, invece, si tratta di una delle località più belle e sottovalutate della nostra variegata Puglia. Del resto, basta soltanto fare un giro nel suo centro storico, dedalo di suggestive viuzze, con i suoi antichi palazzi in pietra che suscitano sorpresa e ammirazione. Così come ha confermato l’edizione appena conclusasi di “Cortili aperti 2022”, la storica manifestazione ripresa quest’anno dopo la pandemia e giunta alla sua VIII edizione, che nelle giornate di sabato e domenica scorsi ha mostrato le bellezze cittadine ai tanti residenti e visitatori accorsi per l’occasione, mettendo in luce i suoi circa 50 palazzi e i quattro percorsi realizzati per la manifestazione.

Uno per ogni gusto: da quello “Medioevale” (con la Cattedrale, la cripta, i giardini pensili ed il Torrione Angioino, tra gli altri) a quello “Rinascimentale” (con il Palazzo Sylos Calò e il Palazzo Regna, solo per citarne alcuni); da quello “Barocco”, con il Palazzo Albuquerque, per esempio, a quello “Ottocentesco” con il Teatro Traetta, tra i fiori all’occhiello.

Giornate altamente culturali e fortemente interessanti, allietate dalla disponibilità e dalla bravura che ha caratterizzato i circa 400 studenti (alcuni dei quali davvero giovanissimi, addirittura alcuni iscritti alle scuole medie) che si sono prestati allo scopo, fungendo da validissimi Ciceroni per i visitatori.

Ma le bellezze da ammirare a Bitonto, città dell’olio e candidata a capitale della cultura nel 2020, sono così tante che ci vorrebbero tre articoli per descriverle tutte. Il Torrione Angioino per esempio (in cui chi scrive ha anche presentato in passato uno dei suoi libri), torre di avvistamento e nel contempo cella di detenzione; la Cattedrale di Bitonto, uno dei massimi esempi del “romanico pugliese”; il Museo Diocesano, tra i più grandi del Sud Italia; il Teatro Tommaso Traetta dedicato al grande compositore; la Biblioteca Comunale Eustachio Rogadeo, e ancora tanto altro davvero.

La città di Bitonto include nel suo territorio, inoltre, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e il sito naturalistico “Lama Balice”, e comprende anche le frazioni di Mariotto e di Palombaio, che molti di noi ricordano anche per le discoteche notturne.

La sua posizione geografica è favorevole, in quanto Bitonto è situata non solo ad un passo da Bari, ma anche da località quali Palese, Santo Spirito, Giovinazzo, Molfetta, Bisceglie e Trani.

Si tratta di una città anche molto frequentata dai giovani, pronti ad affollare i suoi tanti locali e prendere parte alle iniziative, anche cultural-letterarie, del sempre bravissimo Gianluca Rossiello, titolare della famosa “Libreria Del Teatro” che, con sorprendente costanza e impegno, riesce da tanti anni a organizzare eventi su eventi, contribuendo alla valorizzazione culturale ed artistica del luogo.

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