A neanche cinque mesi dalla morte di Michele Medina, noto e stimato medico odontoiatra di Vieste, travolto e ucciso da un’auto mentre era sul proprio motorino nella cittadina garganica, il conducente del veicolo investitore ha nuovamente ottenuto la patente e può tornare alla guida. Una circostanza che riempie di sconcerto e rabbia la famiglia della vittima, che si chiede come sia possibile quella che, almeno alla luce della ragione, se non della legge, appare come una macroscopica ingiustizia.
La vicenda
Medina era stato investito il 16 luglio scorso, sul Lungomare Europa, nei pressi dell’ingresso di un mega-parcheggio, mentre con il motorino si era fermato alle strisce pedonali per lasciar attraversare la strada a una famiglia con un bambino sul passeggino. All’improvviso, era stato urtato con violenza, da dietro, e trascinato per un lungo tratto sull’asfalto da una Mercedes, guidata da un 65enne viestano, farmacista, anche lui molto conosciuto in città. Il dottor Medina, ricoverato a Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, era deceduto due giorni dopo, per la gravità delle ferite riportate. In seguito, la Polizia, aveva scoperto che il farmacista guidava con la patente scaduta.
La reazione
Tutta la rabbia e il dolore dei familiari sono stati espressi dall’avvocato Michele Sodrio che ha assunto l’incarico di rappresentarli in giudizio: «Sono a mia volta sconcertato mai vista una cosa del genere in 27 anni di professione. I fatti sono tanto drammatici quanto chiari, anche perché ci sono stati diversi testimoni oculari dell’incidente, che hanno visto come il guidatore della Mercedes si sia comportato in modo gravissimo» afferma Sodrio che aggiunge «È inaccettabile che sia già tornato a guidare e circolare, come se nulla fosse accaduto, come se la vita del dott. Medina valesse meno di quella di un cane randagio».
Il legale ha presentato un esposto in Procura, alla motorizzazione civile di Foggia e all’ufficio patenti della Prefettura, per chiedere che si accerti come sia stato possibile che il farmacista, nei confronti del quale è in corso un procedimento giudiziale per l’ipotesi di omicidio stradale, abbia riottenuto in così poco tempo la patente.
Nell’istanza, Sodrio faceva presente che alla scena dell’incidente avevano assistito molte persone, tra le quali alcuni poliziotti liberi dal servizio, che non avranno mancato di esporre il comportamento sconsiderato del guidatore. Al netto dei gravi errori e/o omissioni che devono essere avvenuti nei relativi procedimenti amministrativi, scrive ancora l’avvocato Sodrio, «chiedo, a nome della moglie e dei due figli di Michele Medina, che non sia consentito all’investitore di guidare come se nulla fosse accaduto; che gli sia quanto meno sospesa se non proprio revocata la patente di guida, anche a tutela della pubblica sicurezza ed incolumità».