Lunedì pomeriggio è stata celebrata la messa in suffragio per il primo anniversario della scomparsa di Jonathan Spano, il giovane sipontino scomparso un anno fa nel Pronto Soccorso dell’ospedale di Manfredonia a causa di un arresto cardiocircolatorio dopo una partita di calcetto. La sua compagna Rossella ravvisa ancora oggi tante zone d’ombra sulla morte del padre delle sue due figlie di 4 anni e 11 mesi, ma sul fronte delle indagini il procedimento penale si avvia verso l’archiviazione atteso che dall’autopsia disposta dalla Procura della Repubblica di Foggia è emerso che «nell’iter diagnostico terapeutico intrapreso per le cure dello Spano, non si ravvedono condotte negligenti, imprudenti o imperite avendo tutti i sanitari agito in scienza e coscienza per la salvaguardia della salute dello Spano». Questa la lettera struggente e appassionata scritta da Rossella per il suo amato e letta durante la celebrazione di lunedì.
«Jonathan, amore mio, è passato un anno da quando in punta di piedi sei uscito dalle nostre vite, lasciandoci dietro un vuoto incolmabile, immenso e insostituibile non solo per me e le bambine ma anche per chi non ti conosceva ma ti voleva comunque un bene innato e ti rispettava per la tua bontà d’animo e umiltà. Un anno senza vederti, toccarti, abbracciarti, fare le tue lavatrici, preparare i vestiti per la tua settimana di lavoro e senza avere avuto la possibilità di vivere il nostro amore nel dolce nido dove stavamo costruendo con non pochi sacrifici quella che sarebbe stata la nostra vita, il nostro futuro e quello delle nostre bambine. È stato terrificante passare dalla gioia per la gravidanza tanto desiderata o dalla felicità dei preparativi per il nostro matrimonio a dover avere la forza di scegliere l’abito che avresti indossato per il tuo ultimo viaggio e sentirmi impotente davanti a questa tragedia. Non ho più lacrime e non so se la rassegnazione prenderà mai posto a questo dolore .Io e Evelyn sentiamo la tua mancanza ogni istante della vita e la piccola Francesca anche se non ha avuto il privilegio di conoscerti avverte la tua amorevole presenza e quando le chiediamo “dov’è il tuo papà?” lei con la manina indica il cielo perché sa che il suo papà è un dolcissimo angelo che ora ci guarda da lassù che veglia su di noi. Non doveva andare così. Mi chiedo sempre il perché di questa morte ingiusta che ha strappato in un attimo metà del mio cuore che ha devastato la mia vita e ha distrutto tutti i nostri sogni. La tua mancanza mi logora, in particolar modo in quei giorni in cui anche un tuo sguardo per me era più loquace di ogni parola e di ogni rassicurazione, ma devo essere forte per Evelyn e Francesca, loro oggi sono la mia ragione di vita e combatterò con tutte le mie forze per non farle mancare mai niente, proprio come facevi tu mantenendo ogni promessa. Le tue ultime parole le hai dette ad Adelaide e gli hai chiesto di prendersi cura di me e le bambine proprio come avresti fatto tu e lei ti sta mantenendo questa promessa. Sento che ci sei sempre vicino, che ci custodisci sempre con cura e con amore con l’aiuto del Signore e in ogni preghiera vedo te che sei il nostro raggio di luce nelle difficoltà. Grazie per tutta la forza che mi dai per andare avanti, perché sai quanto sia difficile vivere senza di te ma sappi che io Ti amo e ti amerò per sempre. Veglia su di noi con Zio Michele e Zio Mimmo. Tua Rossella».