È stata ridotta da 4 anni e 4 mesi a 3 anni e 10 mesi di reclusione la condanna a carico di Emanuele De Rosa, di Torremaggiore, accusato di usura ed estorsione.
La riduzione della pena è stata disposta dalla Corte d’Appello di Bari. A darne notizia è la fondazione antiusura Buon Samaritano di Foggia che si è costituita parte civile anche nel processo di secondo grado dopo la prima condanna del Tribunale del capoluogo dauno.
«L’esito del processo – afferma la fondazione – testimonia ancora una volta l’importanza della denuncia da parte delle vittime, nonché il sostegno dello Stato a favore della collettività al fine di individuare l’autore del reato e di giungere celermente alla conclusione del processo. Quando le vittime collaborano, lo Stato risponde».
Secondo l’accusa, a fronte di un prestito iniziale di mille euro nel 2017, la vittima, fino al giorno della denuncia, nel 2022, ne avrebbe restituiti 13mila a titolo di interessi pretesi dall’imputato attraverso intimidazioni e minacce, approfittando dello stato di bisogno della persona offesa, colpito prima da infarto e poi da ictus. L’imputato è anche riuscito a farsi intestare la proprietà della vettura dalla vittima.
Altre due persone, a quanto si apprende, avrebbero sporto denuncia per gli stessi reati nei confronti dell’imputato. «Episodi che dimostrano ancora una volta – sottolinea il presidente della fondazione Giuseppe Cavaliere – la gravità del reato di Usura, che fa leva sulla disperazione delle persone in difficoltà, imponendo loro condizioni che hanno come unica finalità quella di spogliarle di ogni avere, a partire dalla dignità».