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Società foggiana, al “Decimabis” chiesti sconti di pena per il figlio e il nipote del boss Moretti

Momento importante, ieri, al Tribunale di Bari, per il processo di appello derivato dall’inchiesta “Decimabis” contro esponenti della mafia foggiana. Il procuratore generale ha, infatti, avanzato le richieste di condanna per i 23 imputati: in tutto, 130 anni di carcere, con lievi sconti di pena per la gran parte degli esponenti dei clan, rispetto alle…
blitz società foggiana

Momento importante, ieri, al Tribunale di Bari, per il processo di appello derivato dall’inchiesta “Decimabis” contro esponenti della mafia foggiana. Il procuratore generale ha, infatti, avanzato le richieste di condanna per i 23 imputati: in tutto, 130 anni di carcere, con lievi sconti di pena per la gran parte degli esponenti dei clan, rispetto alle pene comminate nel primo grado di giudizio, ad ottobre 2022, quando le pene detentive superarono i 202 anni complessivi, nonostante i benefici derivati dalla scelta del rito abbreviato. Altri arrestati avevano optato per il rito ordinario e, in primo grado, a ottobre 2023, erano stati condannati a pene detentive per un totale di 130 anni.

Le contestazioni e le pene

Tra i reati contestati l’estorsione e la tentata estorsione a imprenditori e commercianti, il tentato omicidio, l’usura, la turbativa d’asta. L’aggravante dell’associazione mafiosa era già caduta allora per alcuni degli imputati. Non arrivò, invece, a conoscere l’esito del primo grado il boss Federico Trisciuoglio, che morì, a seguito di una grave malattia, circa un mese prima della sentenza.

Queste le richieste, con pene più “leggere”, formulate dal procuratore generale: al boss Pasquale Moretti – figlio del capo storico Rocco – 12 anni (invece di 16 del primo grado) e a suo figlio Rocco Moretti junior 8 anni (invece di 10). A Nicola Valletta 10 anni; ad Antonello Frascolla 9 anni e al fratello Gioacchino 9 anni e 6 mesi; a Giovanni Rollo 9 a. e 4 mesi; ad Alessandro Aprile 8 anni; a Francesco Tizzano 6 anni e 10 mesi; a Tommaso D’Angelo 6 anni e 9 mesi.

E ancora ad Antonio Verderosa 6 anni e 4 mesi; a Benito Palumbo 6 anni; a Francesco Pesante 5 anni e 10 mesi; a Raffaele Palumbo 4 anni e 10 mesi; a Domenico La Gatta 4 anni e 8 mesi; a Giuseppe Folliero 3 anni; a Carlo Verderosa 3 anni; a Patrizio Villani 2 anni e 6 mesi a Massimo Perdonò 2 anni.

Richieste confermate per Ivan Narciso (5 anni e 6 mesi e 1.333 euro di multa) e Michele Cannone e Alfonso Capotosto che furono condannati a 2 anni e 500 euro di multa. Era, intanto, diventata definitiva la pena di 5 anni e 8 mesi più 3.333 euro di multa a Emilio D’Amato che aveva rinunciato a proporre appello.

I collaboratori

Nel corso degli anni, tra l’altro, Capotosto, Folliero, Carlo Verderosa e Villani sono diventati collaboratori di Giustizia e hanno contribuito alle ricostruzioni di Dda e investigatori. “Decimabis” era il nome di un blitz compiuto nel 2020 che aveva permesso di arrestare 40componenti dei clan Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. Era la naturale prosecuzione della prima inchiesta “Decima Azione”, che già nel 2018 aveva condotto a 29 arresti. Quest’ultima era giunta a compimento, con il verdetto in Cassazione, nel gennaio 2024, che confermò oltre due secoli complessivi di carcere per gli imputati.

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