SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Gaza, 34enne di San Severo sposata con un palestinese: «Situazione drammatica, si conceda il visto umanitario»

«La situazione a Gaza resta drammatica». Lo afferma Maria Pia Montemitro, 34enne di San Severo sposata con un palestinese di 25 anni che è bloccato nella Striscia, in condizioni molto difficili. Anche se i bombardamenti sono meno continui, «la sostanza non è cambiata», racconta Montemitro all'Adnkronos. «Ieri - spiega - ci sono state demolizioni sommarie…
l'edicola

«La situazione a Gaza resta drammatica». Lo afferma Maria Pia Montemitro, 34enne di San Severo sposata con un palestinese di 25 anni che è bloccato nella Striscia, in condizioni molto difficili.

Anche se i bombardamenti sono meno continui, «la sostanza non è cambiata», racconta Montemitro all’Adnkronos. «Ieri – spiega – ci sono state demolizioni sommarie di edifici e colpi d’artiglieria sulla popolazione a Deir al Balah e al Sud. Con la sentenza di agosto del tribunale civile di Roma io e le altre sei persone nella mia stessa situazione abbiamo fornito tutte le credenziali possibili e immaginabili. Se non si vuole riconoscere il visto per ricongiungimento familiare, almeno si riconoscano le ragioni umanitarie».

Il marito della donna ha trovato riparo in una tenda di nylon. Agli inizi di ottobre, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità nazionali, la donna, che coordina dall’Italia progetti sociali di sviluppo psicologico e emotivo dei bambini palestinesi («Dal 2023, prima di conoscere mio marito», precisa), ha messo in atto uno sciopero della fame per 11 giorni e ha lanciato un appello video, affiancata dalla sindaca di San Severo Lydia Colangelo, per chiedere l’applicazione della sentenza del tribunale civile di Roma, del 12 agosto scorso, che ha sancito il diritto al ricongiungimento familiare con il coniuge. Un diritto che l’organismo giudiziario ha riconosciuto anche «ad altre sei persone che si trovano in una situazione simile».
Nella sentenza si evidenzia la situazione di «catastrofe umanitaria» che si vive a Gaza, una «zona di guerra» segnata da «bombardamenti, carestia e collasso del sistema sanitario», e quindi l’esposizione del marito «al rischio attuale e concreto per la propria vita e l’incolumità fisica». Ciò impone allo Stato italiano, si legge, «l’attivazione degli obblighi di protezione internazionale». Infine si ordina di «rilasciare un visto di ingresso per motivi familiari e, in subordine, per motivi umanitari».
Nonostante l’appello al prefetto di Foggia e alle autorità di governo la situazione non si è sbloccata. Nel frattempo a Gaza è intervenuta una fragile tregua che però non ha cambiato di molto la situazione.
«La maggior parte delle persone vive per strada, la normalità non è stata ristabilita», spiega Montemitro. «Il prefetto di Foggia non ha mai risposto – aggiunge – il Ministero non si è mai confrontato con i miei avvocati. Il consolato generale di Gerusalemme, che dovrebbe applicare la sentenza, ha preferito non farlo e ha risposto con una domanda, e cioè “Dov’è la registrazione del contratto di matrimonio?”. Ma già la sentenza – ricorda – aveva stabilito che questo era complicato, visto che è stato contratto, con rito islamico, tra un cittadino non comunitario e una cittadina italiana. E comunque la sentenza convalida il legame affettivo, la progettualità condivisa, le rimesse di denaro. Sono state fornite anche le chat tra me e mio marito, la nostra vita è stata scandagliata sotto ogni profilo».
Ma la sentenza offre anche un’altra opportunità in subordine. «Se proprio non si vuole emettere il visto per ricongiungimento familiare – dice Montemitro – quantomeno si conceda il visto per ragioni umanitarie. Intanto i miei avvocati hanno inoltrato una diffida al consolato in cui si chiede di adempiere alla sentenza».
Il marito di Maria Pia (si sono sposati a maggio per procura) vive e accudisce i fratelli minorenni a Gaza. Dopo un breve periodo in cui sono stati ospitati da amici in una delle poche case rimaste in piedi, da poco sono tornati nella tenda. «Per ora il clima di notte è ancora mite, anche se umido», spiega la moglie. «Mi ha fatto piacere vedere il ministro Tajani impegnarsi per gli studenti dell’iniziativa governativa del bando “Iupals”. Sono rientrati comunque anche studenti che non erano titolari del bando», sottolinea Montemitro. «Non posso fare a meno di chiedermi: qual è la differenza tra la nostra situazione e quella di queste persone? Purtroppo sono sola, non ho rappresentanza, questo è scoraggiante», conclude.

CORRELATI

Attualità, Foggia","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[470801,470569,469712],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!