Due telefoni cellulari e un quantitativo di droga sono stati trovati dagli agenti della polizia penitenziaria durante delle perquisizioni eseguite la scorsa settimana nel carcere di San Severo, in provincia di Foggia.
Stando a quanto riferisce il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), il primo telefono è stato trovato in una cella lunedì scorso. Il secondo cellulare, insieme alla sostanza stupefacente, tre giorni dopo durante un’altra perquisizione.
«I dati preoccupanti – afferma Federico Pilagatti, segretario generale del Sappe – ci dicono che negli ultimi due mesi sarebbero stati sequestrati dieci smartphone e quasi un chilo e mezzo di droga tra hashish e cocaina». Tutto ciò, aggiunge, «avviene in un contesto drammatico poiché, nonostante la carenza di poliziotti penitenziari a San Severo sia atavica, i pochi agenti in servizio con coraggio e professionalità stanno contrastando con le unghie e con i denti la delinquenza interna al carcere che lo vorrebbe trasformare in una piazza di spaccio di droga e telefonini come avvenuto in altri penitenziari della nazione».
Pilagatti evidenzia, ancora, che la «merce proibita» arriva, oltre che con i metodi «tradizionali», anche con l’utilizzo di droni che «vengono mandati soprattutto nelle ore serali e notturne fino davanti alle stanze dei detenuti, contando proprio sul buio e sulla mancanza (spesso) di poliziotti a presidiare il muro di cinta».
In queste condizioni, prosegue il segretario del Sappe, «il personale di San Severo nonostante tutti gli sforzi giornalieri non può continuare a combattere da solo contro una criminalità attrezzata e con tante potenzialità poiché sarebbe condannata a soccombere, per cui necessita l’aiuto urgente dell’amministrazione penitenziaria al fine di rivitalizzare gli organici della polizia penitenziaria con l’invio di almeno 25 unità».