È rottura totale tra i camici bianchi e la governance dell’Ospedale di San Pio. Si è concluso con un nulla di fatto il vertice tenutosi questa mattina in Prefettura a Foggia: fallito il tentativo di conciliazione, i medici dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza si preparano allo sciopero.
Al tavolo, convocato per disinnescare la bomba sociale esplosa nei giorni scorsi, erano presenti anche l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Piemontese e il direttore del dipartimento Salute Vito Montanaro. Ma la mediazione istituzionale non è bastata a colmare la distanza sul nodo del contendere: la decisione dell’azienda di sostituire, a partire dal marzo 2026, l’attuale contratto con quello delle case di cura private.
L’Anmirs (Associazione nazionale medici istituti religiosi) ha definito la mossa «scellerata, immotivata e ingiustificabile». Il segretario nazionale Donato Menichella non usa mezzi termini: «Siamo molto preoccupati per il futuro dell’ospedale e dei pazienti. Faremo di tutto per preservarli, ma non abbiamo altra scelta, a difesa dei nostri diritti, se non dichiarare lo stato di sciopero».
Dall’altra parte della barricata, il direttore generale Gino Gumirato tiene il punto ma lascia socchiusa la porta del confronto: «Purtroppo non siamo giunti a un accordo sulla revoca delle decisioni prese, ma rimaniamo aperti al dialogo con tutti i sindacati perché teniamo ai servizi e ai cittadini». Il manager ha poi approfittato del vertice per smentire categoricamente le indiscrezioni circolate nelle ultime ore: «L’ipotesi di vendita della Fondazione Casa Sollievo non c’è mai stata, non c’è e non ci sarà in futuro».
