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Riscattare la città dalle infiltrazioni mafiose. Appello ai giovani: «Fate proposte»

Un incontro di sicuro interesse, soprattutto mediatico. L’Università di Foggia e la direttora del dipartimento di giurisprudenza, Donatella Curtotti, hanno proposto, nel trittico di incontri sulla legalità, un seminario di studio sulla normativa dello strumento dello scioglimento dei Consigli comunali per infiltrazioni mafiose, nata come misura emergenziale nei primi anni Novanta.

Per la prima volta dal suo insediamento la commissaria prefettizia del Comune di Foggia, Marilisa Magno, ha parlato del suo ruolo, pur non rispondendo nello specifico sul suo operato amministrativo nel Palazzo di corso Garibaldi, e ha dialogato con gli studenti universitari e di alcuni istituti superiori.
La precisazioneTra le righe però, sollecitata da alcune domande sulla norma, la prefetta ha evidenziato alcune azioni che sta portando avanti nel comune capoluogo. E ha chiarito forse un punto: i foggiani e le foggiane non devono aspettarsi il cambiamento e la bonifica dell’Ente dalla commissione straordinaria, ma devono agirlo in prima persona. Nei comportamenti e nella scelta futura della classe politica. «In genere sono piccoli e medi comuni ad essere sciolti c’era stato solo il caso di Reggio Calabria sciolto nel 2012 e poi Foggia, secondo comune capoluogo sciolto in Italia. Prima di sciogliere un comune va fatta un’analisi del contesto del territorio, si parte da quello per capire l’apparato amministrativo e burocratico, c’è una attività preventiva da mettere in campo, ha precisato la commissaria in riferimento alla attività di scioglimento di un Comune..
Le domandeMolte le domande che le sono arrivate dai ragazzi. Si può fare impresa in un territorio il cui Comune ha il bollino mafioso? Ci sono speranze per i giovani? Come attivare un confronto con le realtà associative? C’è il rischio che le infiltrazioni persistano e il Comune possa essere nuovamente sciolto? Come rendere sicure le strade della città per i giovani?
La disponibilitàLa commissaria non si è ritratta, pur preferendo non entrare mai nel dettaglio del caso Foggia. Intende il suo ruolo da tecnica pura, ogni risposta su questa o quella deliberazione commissariale significherebbe dare una curvatura politica al suo incarico. L’attività del Comune commissariato si esplica negli atti amministrativi, ha voluto precisare.
«Non oserei mai dire che non si può fare attività imprenditoriale in questo territorio. Quali sono i settori che vedono l’infiltrazione? Ci sono settori storici, come l’edilizia, il movimento terra, i rifiuti, i servizi cimiteriali, ma oggi dove arrivano fondi e finanziamenti la criminalità tende d’inserirsi per ricavare il proprio tornaconto di sussistenza. Adesso i business si estendono su tutto il territorio nazionale e sovranazionale. A questa attività bisogna opporsi e chi meglio di chi vuole fare impresa può agire. Ma senza denuncia ogni attività repressiva dà risultati spot», ha chiosato la commissaria prefettizia.
Senso civicoNon ritenendo di esprimersi sul Comune di Foggia, la commissaria ha più volte sottolineato che «sta ai cittadini nominare una classe politica che gode della fiducia della comunità ma che si muove nella legalità» e per questo, le associazioni possono proporre delle attività, ci può e ci deve essere un confronto.
«Non mettiamoci sempre dalla parte critica, fate delle proposte», ha suggerito all’attivista dem Mario Cagiano. Del resto, come ha annunciato ci sono una serie di finanziamenti regionali per l’antimafia sociale, che vedranno il coinvolgimento attivo del terzo settore.
«Vi dovete impegnare affinché questo territorio esca dalle cronache nere e dalle cronache sugli ultimi posti d’Italia. Mi piacerebbe se Foggia risalisse in po’ da quegli ultimi posti in cui viene classificata». Sull’apparato burocratico, ha ammesso che in molte amministrazioni sciolte l’atto di indirizzo veniva confuso negli atti di gestione per garantire le compagini della criminalità.
Le carenzeUn tema sicuramente l’assilla: l’assenza di agenti municipali e di personale di vertice. «Dov’è possibile e dove il numero dei dipendenti e delle figure apicali lo consente la rotazione dei dirigenti si fa». Non a Foggia, quindi, dove è stata possibile una rotazione solo parziale. Quanto al confronto con la comunità, Magno è tautologica. Sono sempre gli atti amministrativi a guidarla. «Di volta in volta le commissioni straordinarie si interfacciano con i sindacati e con le associazioni per prendere dei provvedimenti».

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