Passa da Torremaggiore la storia della Coppa del Mondo di calcio. Nel 1942 fu proprio il comune della provincia di Foggia a salvare quella che allora era la Coppa Rimet, primo storico trofeo dei Mondiali di calcio, su cui Adolf Hitler aveva rivolto le proprie attenzioni.
Il Fuhrer aveva, infatti, chiesto il trasferimento in Germania della Coppa che la Nazionale italiana di calcio aveva vinto quattro anni prima e il rischio che venisse requisita dai nazisti era concreto.
Per evitarlo, l’allora segretario della Federazione italiana giuoco calcio (Figc), Ottolino Barassi, decise «di compiere un gesto tanto semplice quanto coraggioso». A raccontare l’episodio è il sindaco di Torremaggiore, Emilio Di Pumpo, annunciando che l’amministrazione comunale intende intitolare una strada a Barassi che, spiega il primo cittadino, decise di «sottrarre la Coppa ai controlli e nasconderla in un luogo sicuro, lontano da occhi indiscreti».
Il trofeo venne portato a Torremaggiore e custodito nell’abitazione della famiglia Barassi, «in particolare da una donna di straordinario coraggio, zia Lisetta, che lo tenne per anni celato in una scatola sotto un letto, proteggendolo con discrezione e determinazione», sottolinea Di Pumpo: «Un gesto silenzioso, compiuto senza clamore, che salvò uno dei simboli più importanti della storia dello sport mondiale».
Per anni la Coppa Rimet rimase a Torremaggiore, «protetta dall’anonimato e dalla responsabilità di chi ne comprese il valore non solo sportivo, ma anche simbolico. Grazie a quella scelta, il trofeo fu salvato e poté tornare, a guerra finita, a rappresentare il calcio mondiale».
Si tratta di una storia, continua il sindaco del comune foggiano, «poco conosciuta ma straordinaria, che lega Torremaggiore a uno degli episodi più affascinanti del Novecento sportivo e che racconta come, anche nei momenti più bui, il coraggio e il senso del dovere possano fare la differenza».
A ricordare l’accaduto è stato, nei giorni scorsi, il critico d’arte Giorgio Barassi.










