Pasqua, a Foggia l’omelia del vescovo Ferretti: «La famiglia dei popoli abbandoni la guerra»

«La famiglia dei popoli abbandoni la guerra, cancelli gli odi, bandisca la violenza, e ci sia un mondo ove i poveri sono amati e non più umiliati, gli stranieri accolti, i bambini possono crescere nella pace e gli anziani vivere in serenità gli ultimi anni della loro vita. È il grande sogno che della risurrezione ci viene consegnato. Per questo sogno vogliamo pregare e lavorare». Così nell’omelia della messa pasquale monsignor Giorgio Ferretti, arcivescovo della diocesi Foggia-Bovino.

«Il vangelo della risurrezione – ha aggiunto – ci parla di tre donne che si recano al sepolcro all’alba del primo giorno della settimana. Hanno seguito Gesù dalla Galilea e sono rimaste con lui nei tre anni della vita pubblica. Non l’hanno mai lasciato: sono salite con lui a Gerusalemme e sono giunte sin sotto la croce. Ora dopo la sua morte mentre tutto ormai sembra finito, vogliono fare ancora un ultimo atto di amore verso il corpo senza vita del loro maestro».

L’arcivescovo ha anche sottolineato che «la liturgia della notte di Pasqua inizia attorno al cero spento, segno del corpo di Gesù senza vita. Il cero spento raccoglie anche le tante vite spente in questo mondo a motivo dell’odio, delle guerre, delle vendette, dei femminicidi, della indifferenza al male».

«Il Vangelo di Pasqua – ha concluso monsignor Ferretti – ci indica la via dell’amore come l’unica che vince il male. Impariamo dalle donne a correre, a non restare fermi nelle nostre abitudini e bloccati nelle nostre durezze. In questi giorni la parola di Dio ci è stata comunicata con ricchezza ed abbondanza. È stato riversato nei nostri cuori un patrimonio grande, un tesoro prezioso di sapienza spirituale ed umana che ci permette di essere nel mondo testimoni efficaci dell’amore gratuito che ci rende operatori di misericordia e di pace».

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