Per fortuna le piogge sono solo un lontano ricordo a Foggia perché altrimenti i residenti degli alloggi di via Einaudi dovrebbero dotarsi di bacinelle e secchi per fronteggiare l’acqua che arriva dai soffitti e si infiltra nelle case. Ci piove dentro nelle case popolari di fortuna, poco più di 18 appartamenti che furono donati dalla ditta Insalata durante l’amministrazione Mongelli sopra una rivendita commerciale. Si trattava di locali commerciali che furono adibiti ad alloggi per l’emergenza abitativa. Alcune famiglie risiedono lì da quasi 15 anni, altre sono state alloggiate più di recente. L’unica cosa certa è che quelle case, senza balconi e senza servizi igienici domestici, sono diventate già absolete e inadatte ad accogliere nuclei familiari.
Il degrado
Di recente i residenti hanno anche trovato dei ratti e sono stati costretti a posizionare delle trappole nelle aree comuni, dove quasi ogni notte si rifugia una senza tetto. Nelle scorse ore i residenti hanno ricevuto la visita di Giovanni Quarato, presidente della commissione ambiente e territorio e delegato alle politiche abitative, che è andato a sincerarsi di persona della situazione degradata in cui vivono le famiglie foggiane.
«Il consigliere Quarato ci ha detto che dobbiamo partecipare alla nuova graduatoria per le case popolari che dovrebbe uscire la prossima primavera, ad oggi quasi nessuno di noi è in regola. Il Comune secondo lui avrebbe dovuto provvedere a noi entro 24 mesi, avrebbe dovuto trovarci una sistemazione. L’emergenza abitativa dovrebbe durare un anno, secondo quello che lui afferma, ma peccato che alcuni di noi sono qui da 14 anni, altri da 8, altri da 5 anni», spiega una residente Anna Maria Mastrullo, stanca di tanto degrado.
È in regola invece Antonella Cavalieri, centesima nella vecchia graduatoria vigente, e ancora in attesa di una risposta sul palazzo fantasma dove aveva sede la vecchia circoscrizione Cep. Il palazzone è oggetto di un intervento e un finanziamento del Pnrr, che mira alla riqualificazione dell’immobile e alla realizzazione di nuovi appartamenti. Al momento sono 8 le famiglie occupanti, alcune delle quali non in regola. La ditta che ha vinto i lavori non ha ancora deciso se far sloggiare le famiglie o se cantierizzare il tutto con gli occupanti dentro.
«Ci aspettiamo il decreto di assegnazione, sono anni che abitiamo qui, abbiamo diritto ad avere una casa. Che sia questa dove viviamo o un altro alloggio», osserva Antonella.