È stata chiesta l’archiviazione dell’indagine a carico di un infermiere 56enne di Torremaggiore finito sotto inchiesta a seguito di una serie di morti sospette avvenute nell’hospice della cittadina in provincia di Foggia nell’aprile di due anni fa.
L’avviso di archiviazione – chiesta dalla Procura di Foggia – è stato notificato ai familiari dei deceduti che ora potrebbero presentare opposizione.
Sono 15 i decessi che avevano destato sospetti, anche per il breve lasso di tempo in cui si erano verificati. L’ipotesi dell’accusa era che un infermiere in servizio avesse somministrato impropriamente un farmaco con effetto sedativo, il Midazolam, ai pazienti terminali, senza adeguata prescrizione sanitaria.
La Procura dispose anche la riesumazione di tutte le salme, tranne una (che era stata sottoposta a cremazione) per effettuare gli esami tossicologici che, solo in alcuni casi, hanno evidenziato la presenza di tracce del farmaco ma in quantità non stimabili per determinare il decesso di una persona.
«Sono felice per l’indagato che ha vissuto due anni terribili – ha dichiarato il legale dell’infermiere, Luigi Marinelli -. Sapevamo che questo era un esito naturale dell’inchiesta e la richiesta di archiviazione, di cui conosceremo nei prossimi giorni nel dettaglio le motivazioni, non fa altro che confermare quello che abbiamo sempre sostenuto. Ovvero che il mio assistito non ha commesso alcun illecito».
Sarà il gip in camera di consiglio a esprimersi sull’eventuale opposizione alla richiesta di archiviazione.