La sindaca Maria Aida Episcopo ha firmato, ieri mattina, l’ordinanza sindacale che introduce, in via sperimentale a partire dal 14 marzo e per tre mesi, misure dirette a contrastare il fenomeno della “malamovida”. Il provvedimento intende far fronte alle innumerevoli lamentele giunte da parte dei residenti e contenere gli assembramenti che si verificano in tutto il centro cittadino fino a tarda notte e che, soprattutto nei fine settimana, degenerano in situazioni di degrado, schiamazzi, fenomeni di ubriachezza molesta e mancato rispetto delle norme igieniche e di decoro.
Le disposizioni
Il provvedimento, è indirizzato ai titolari attività commerciali e artigiane dedite alla vendita e alla somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico e in tutta la zona tra via della Repubblica, via Trieste, piazza Cavour, corso Cairoli e piazza XX Settembre. Saranno vietati gli intrattenimenti musicali e le emissioni sonore in genere dalla mezzanotte alle 8 di tutti i giorni della settimana, così come la vendita e somministrazione, per asporto, di alimenti e bevande alcoliche e analcoliche, di qualunque tipo, dalla mezzanotte alle 7 dal lunedì al giovedì e dall’1 alle 7 nei giorni del fine settimana.
È proibita anche la somministrazione e vendita di alimenti e bevande di qualunque tipo, alcoliche e analcoliche, nei dehor e su tavoli e sedie, che si trovano su suolo pubblico, qualunque sia il titolo per l’occupazione, oltre che in cortili interni o aree private all’aperto su cui si affacciano abitazioni residenziali dalle 24 alle 7 del mattino, dalla domenica al mercoledì: dopo le 24, la consumazione di cibi e bevande potrà avvenire esclusivamente all’interno dei locali. In ogni caso, viene disposta la chiusura di tutte le attività commerciali, artigianali alimentari per asporto e di somministrazione di alimenti e bevande dalle 2 e fino alle 6. Anche i punti vendita con distributori automatici potranno svolgere la loro attività dalle 7 alle 24.
«Non c’è alcun intento punitivo o vessatorio- ha commentato la Sindaca- nei confronti di chicchessia, ma la socialità non può prescindere dal rispetto per le regole e per le persone, e dalle doverose e necessarie garanzie di sicurezza».